Genova – Potrebbero esserci altre vittime tra i ragazzi che hanno frequentato don Andrea Melis il prete genovese indagato per presunti abusi sessuali nei confronti di un chierichetto e per presunti pagamenti in denaro e capi di abbigliamento di lusso per “comprarne” il silenzio.
Il prete – che risulta essere direttore della Scuola elementare e della Fondazione Assarotti nel capoluogo ligure, in salita San Bartolomeo degli Armeni e presidente di Fidae Liguria, la Federazione delle scuole cattoliche primarie e secondarie ricopre anche l’incarico di parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure, nel savonese, ed il sospetto che possa aver intrattenuto rapporti illeciti con altri giovani minorenni, in particolare ex alunni delle scuole, è in fase di verifica da parte degli inquirenti.
Mentre si chiede a chiunque abbia “sospetti” o informazioni utili indagini, di farsi avanti, le indagini si concentrano sulle conversazioni via chat intrattenute dal prete con giovanissimi ed ex studenti che l’uomo incontrava in forza del suo incarico di preside e come “uomo di chiesa”.
Conversazioni che – nell’edizione in edicola oggi – il quotidiano Il Secolo XIX – riporta con riferimenti a frasi non proprio appropriate che sarebbero state indirizzate a ragazzini minorenni che potrebbero essere stati adescati anche con promesse di denaro, regali costosi ma anche sigarette elettroniche e alcolici.
Don Andrea Melis si trova agli arresti domiciliari in una comunità religiosa del levante genovese e la Curia lo ha sollevato da ogni incarico e segnalato immediatamente alle autorità vaticane competenti per questo tipo di situazioni, in ossequio alle disposizioni di Papa Francesco che ha dimostrato in più occasioni l’intransigenza che chiede alla Chiesa contro certo tipo di reati.
Restano da chiarire le accuse di abusi presentate dal chierichetto che ha confermato le violenze e i regali e il possibile coinvolgimento di almeno altri sette giovanissimi.