Genova – Migliorano, all’ospedale Gaslini, i 5 bambini ricoverati a seguito di una epidemia di problemi gastro-intestinali, febbre e malesseri vari, scoppiata nel Village allestito alla Fiera di Genova, a breve distanza dal cantiere del Waterfront e dalle acque di Punta Vagno dove hanno fatto un tuffo per rinfrescarsi e festeggiare dopo la regata insieme agli altri 10 bambini che si sono sentiti male ma con sintomi meno gravi.
Malesseri che hanno fatto scattare un esposto alle autorità competenti che ora indagano per chiarire quale sia l’origine dell’intossicazione che sembra aver colpito i piccoli sportivi giunti da ogni parte d’Italia per gareggiare a Genova.
Sotto la lente di ingrandimento lo stesso cantiere del Waterfront, con via vai di camion, polveroni e l’acqua non proprio cristallina dei nuovi canali navigabili, ovviamente la mensa, e le acque della zona di Punta Vagno dove i bambini hanno fatto un bagno subito dopo la gara e un paio di giorni prima della raffica di malesseri.
Se per il cantiere del Waterfront si potrebbe trattare di una intossicazione da polveri o da batteri sollevati dall’acqua non proprio da laghetti alpini dei canali appena costruiti, per le acque del mare le opzioni sono diverse e vanno dagli effetti della fioritura della ostreopsis ovata, l’alga killer che già in passato ha creato effetti simili tra i bagnanti e proprio in quella zona, oppure una contaminazione batterica da escherichia coli proveniente dalle acque di scarico del vicino depuratore (che potrebbe finire sotto indagine come quello “esploso” a Quinto, oppure, ancora, proprio gli effetti degli sversamenti in mare del depuratore di Quinto, vittima di un incidente piuttosto grave che ha fatto scaricare per giorni in mare i liquami fognari prodotti da diverse decine di migliaia di famiglie della zona.
Quale sia la causa delle intossicazioni, i genitori dei bambini finiti in ospedale (ma anche quelli colpiti da “semplici” malesseri) vogliono vederci chiaro e si domandano chi avesse la responsabilità di accertare le condizioni igieniche e di sicurezza ambientale dei luoghi frequentati dai ragazzini.
Le analisi mediche e quelle condotte da Arpal in mare potrebbero presto dare una risposta.