Savona – Uscirà presto dal carcere per essere trasferito agli arresti domiciliari in una comunità ecclesiastica per il recupero dei sacerdoti con problemi di pedofilia don Andrea Melis, il parroco e insegnante di scuola accusato di aver ripetutamente abusato di alcuni bambini approfittando della sua confidenza con chierichetti e studenti.
La decisione è arrivata in attesa del rinvio a giudizio e del processo e consentirebbe al prete di avviare un percorso di recupero che potrebbe avere un peso anche in sede di giudizio.
Un passaggio attraverso terapie e cure psichiatriche secondo alcuni, una “scappatoia per evitare il carcere” secondo esponenti delle associazioni che si battono contro gli abusi sessuali perpetrati da uomini e donne di chiesa.
Intanto oggi, alla Procura di Savona, potrebbe arrivare la decisione di sentire, in un incidente probatorio, le vittime degli abusi che potrebbero essere ascoltate in ambiente protetto per ricostruire le circostanze delle violenze ma anche l’ambiente nel quale sono maturate.
Secondo le ipotesi di accusa, infatti, Andrea Melis avrebbe approfittato della sua posizione di parroco e di insegnante – era presidente delle scuole religiose genovesi – per avvicinare i bambini e ragazzi in ambienti che i genitori e le stesse vittime consideravano “sicuri”.
Avvicinamenti che diventavano più intensi e si accompagnavano con regali e offerte di alcolici e di sigarette elettroniche per conquistare la fiducia dei ragazzini e poter sondare la loro disponibilità ad approcci di ben altra natura e che si sarebbero trasformati in almeno due casi in ripetute violenze sessuali praticate anche in condizioni di sieropositività da HIV e senza ricorrere a “protezioni” che potessero evitare la trasmissione del virus.
Circostanze che, se confermate, risulterebbero esse stesse reato di particolare gravità.