Genova – Non c’è pace per il cantiere per la costruzione dello scolmatore del Bisagno. Dopo la distruzione del guado nell’alveo del torrente a causa della piena dell’ultima ondata di maltempo e i ritardi nei lavori causati dalla necessità di far arrivare dalla Cina la “talpa” che deve realizzare il tunnel di scarico a mare, arriva ora la notizia che la nave che trasporterà l’enorme scavatrice molto probabilmente non potrà attraversare il canale di Suez e dovrà dunque circumnavigare l’Africa.
Il rischio di interferenze con la guerra che si combatte in Medio Oriente e la possibilità di attacchi dei ribelli huthi di nazionalità yemenita (quelli contro cui si usano le armi di passaggio nel porto di Genova) sta spingendo la compagnia cinese che deve consegnare il macchinario, del costo – pagati dai contribuenti – di 14 milioni di euro – a decidere per una modifica del viaggio con passaggio attorno all’Africa per non dover passare per Suez.
Una variazione che implicherebbe quasi certamente un aumento esponenziale delle spese di viaggio che probabilmente ricadrebbero sul committente, ovvero sui Cittadini.
Mentre si attende il responso finale, con il probabile ulteriore ritardi nella consegna e con la fine del cantiere annunciata per il 2026, le squadre del cantiere sono impegnate a “riprendere” e siposizionare i grandi cilindri di cemento che erano stati usati per costruire un “guado” sul Bisagno, necessario per il passaggio dei mezzi.
Una sorta di “strada” che è stata travolta dall’ondata di piena del torrente, con i grossi cilindri trascinati dalla corrente.
Un episodio denunciato da molti genovesi che hanno postato foto e commenti non proprio lusinghieri sulle pagine social del quartiere e su quelle dove i genovesi lamentano i problemi della città.