Genova – Fermata e multata per aver passeggiato per strada, nei vicoli del centro storico, con in mano una bottiglia di birra. Dovrà pagare ben 200 euro la giovane genovese che ha diffuso sui social la sua delusione e rabbia per essere stata sanzionata per aver dimenticato, uscendo da un locale, la direttiva anti alcol in vigore ormai da mesi in diverse zone del centro e della valpolcevera.
Il Regolamento approvato recita espressamente che: è fatto divieto di detenere all’aperto bevande alcoliche di qualsiasi gradazione ed anche non alcoliche in contenitori di vetro e/o metallo dalle ore 22.00 alle ore 6.00, nei seguenti piani viabili e nell’area del Cento Storico da essi circoscritta [
La giovane ha deciso di lanciare una raccolta fondi attraverso la piattaforma Gofoundme e nel contempo ha “incorniciato” la sanzione per non dimenticare più e per prestare fede a quanto dichiarato all’atto della contestazione.
La giovane, una stimata professionista, aveva dichiarato all’agente di polizia locale che l’ha sanzionata, che “avrebbe messo in cornice la multa”, usando, a dire la verità, una formula un pò meno forbita ma frutto dell’arrabbiatura del momento.
La sanzione è arrivata alle 2,40 del mattino, nel centro storico, in un contesto calmo e senza baccano e per questo la multa è risultata ancor meno “digeribile”, quasi come quella del genovese multato in piazza Caricamento per aver mangiato un panino seduto su una scalinata
La professionista genovese ha quindi “ripassato” la normativa in vigore nel centro storico per moderare gli eccessi della Mala Movida e dopo aver chiarito che si trovava con un’altra persona e che stavano consumando due kebab – come a dire che non si trattava di ubriaconi molesti o di ragazzini “alterati” – ha scoperto che potrebbe essere multato anche chi, volendo essere ancor più morigerato nei consumi e negli “eccessi” venisse trovato a bere sanissima e certamente non euforizzante acqua del rubinetto, dalla ormai classica borraccia in metallo. Anche quel tipo di contenitore risulterebbe infatti vietato e sanzionabile in una città a forte presenza turistica.
La vicenda ha suscitato una forte reazione di “solidarietà” e, a poche ore dall’avvio della campagna, sono già stati raccolti 150 euro