Genova – La politica nazionale ha deciso di inserire la Mototerapia tra le discipline con effetti “terapeutici” sulle persone con disabilità ma non tutti sono d’accordo e non tutti salutano la decisione con termini entusiastici.
Tra loro Marco Macrì, portavoce di moltissime famiglie con bambini disabili e fondatore di Genova Inclusiva.
“La decisione di promuovere la mototerapia come intervento per l’infanzia e l’adolescenza solleva diverse preoccupazioni – spiega Macrì – soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle risorse sanitarie. La mototerapia, infatti, sebbene possa offrire momenti di svago, non è supportata da evidenze scientifiche che ne comprovino benefici terapeutici per bambini con disabilità o malattie complesse”.
In gioco non c’è una semplice “classificazione” delle terapie ma, piuttosto, la preoccupazione che possano essere destinati fondi a questa attività distogliendo risorse preziose rispetto a terapie consolidate, come la logopedia, la psicomotricità e l’assistenza psicologica, che sono riconosciute come fondamentali nel percorso di cura e supporto per i minori da parte del sistema sanitario.
“Come famiglie con bambini con disabilità – ha spiegato ancora Macrì – siamo preuccupati e perplessi come per la decisione della Regione Liguria di inserire chirurghi estetici anziché pediatri nel consiglio sanitario regionale”.
Il timore è che queste situazioni possano “riflettere una mancanza di attenzione alle necessità specifiche dei bambini, specialmente quelli affetti da disabilità, malattie rare, oncologiche o con disturbi alimentari”.
Le attività ludiche come i giri in moto secondo Macrì, pur essendo piacevoli e divertenti, non dovrebbero essere considerate sostituti di interventi terapeutici strutturati e scientificamente validati.