Genova – E’ stato aperto un fascicolo di indagine sul caso di violenza sessuale denunciato pubblicamente in aula, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Genova, dalla consigliera comunale Francesca Ghio. Ad aprirlo la procura di Genova che nei prossimi giorni ascolterà la consigliera per raccogliere una testimonianza diretta rispetto a quanto dichiarato in aula durante una discussione legata alla giornata contro la violenza sulla donna.
Francesca Ghio ha infatti raccontato di aver subito violenze sessuali ripetute da parte di una persona vicina alla famiglia e”appartenente alla Genova bene”. La giovane ha ripercorso con sofferenza un momento terribile della sua vita che l’ha segnata per sempre.
Ha raccontato che l’uomo, un dirigente di un’azienda genovese, l’ha sottoposta per diverso tempo a vere e proprie violenze, costringendola con il ricatto a non rivelare nulla alla famiglia ed ai conoscenti. Una violenza che ha costretto la ragazza e poi la donna ad affrontare la vita con enormi difficoltà e immersa in un ambiente che non ha compreso la situazione e che, addirittura, sembrava fuggire ogni volta che la giovane vittima tentava di rivelare questa parte oscura della sua vita.
Una testimonianza diretta delle difficoltà che incontrano le donne vittime di violenza, sessuale, fisica o psicologica e che rivela, ancora una volta, l’impreparazione della nostra Società ad ascoltare i messaggi di aiuto e a sviluppare gli anticorpi contro questi episodi ancora all’ordine del giorno.
La testimonianza della consigliera comunale ha aperto la discussione anche sull’errata percezione che ha la gente sugli autori di queste violenze perché propaganda e “fake news” la attribuiscono a stranieri e persone lontane dalle propria cerchia familiare mentre la fredda statistica smentisce e conferma che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’aguzzino è un parente, un conoscente o comunque una persona che conosce direttamente la vittima.
L’indagini proseguirà anche senza querela di parte perchè diffusa attraverso i Media che l’hanno resa “pubblica” e dunque conosciuta. Il timore, però, è che la persona che si è macchiata di tali gravi reati possa “farla franca” perché il reato potrebbe essere prescritto.
“Avevo 12 anni e vivevo nel cuore della Genova bene – ha raccontato Francesca Ghio -quando sono stata violentata fisicamente e psicologicamente tra le mura di casa mia”
Parole che il procuratore Nicola Piacente, che ha aperto il fascicolo, chiederà probabilmente di confermare in pubblica deposizione, cercando di avere indicato anche il nome del colpevole che verrebbe subito iscritto nel registro degli indagati.