In Liguria si assiste ad una progressiva riduzione delle Banche e degli sportelli bancari e i sindacati lanciano un appello contro la “desertificazione bancaria”. La denuncia arriva da Uilca Liguria che segnala quello che considera un grave pericolo per il tessuto sociale ed economico della nostra regione.
“Come UILCA Liguria – spiegano – osserviamo con forte preoccupazione l’accelerazione del processo di aggregazione nel settore creditizio italiano Le nuove operazioni di fusione e acquisizione stanno producendo effetti di marcata riduzione della rete sportellare specialmente nelle aree periferiche e nei comuni più piccoli. La nostra regione, che registra l’età media più elevata a livello nazionale e un sistema produttivo basato sulle PMI, sta subendo l’impatto di queste trasformazioni”.
Secondo Uilca, “la progressiva scomparsa degli sportelli bancari dai nostri territori rappresenta una questione di rilevanza strategica che va ben oltre gli aspetti occupazionali, configurandosi come una problematica strutturale con profonde implicazioni socioeconomiche”.
Per i sindacati infatti gli istituti di credito costituiscono un presidio essenziale per la vitalità delle comunità locali, specialmente nelle aree periferiche, dove svolgono una funzione determinante non solo nell’erogazione dei servizi finanziari, ma anche nel contrasto all’economia sommersa e alle infiltrazioni criminali. La riduzione della rete degli sportelli, sempre secondo Uilca sta marginalizzando ulteriormente territori già penalizzati, creando possibili condizioni per il proliferare di circuiti finanziari illegali.
I dati nazionali registrati sono allarmanti: nell’ultimo quinquennio sono stati chiusi oltre 4.500 sportelli, con una media di 76 dismissioni mensili.
Il 2024 ha segnato il superamento di una soglia critica, con la rete nazionale scesa per la prima volta sotto le 20.000 unità operative.
In Liguria, le nostre rilevazioni evidenziano un diffuso malcontento: il 90% dei cittadini esprime una valutazione fortemente negativa sulla sostituzione del personale bancario con soluzioni automatizzate, la rarefazione dei presidi bancari sta inoltre incidendo negativamente sulle dinamiche di investimento locale, accelerando i processi di declino demografico nei comuni minori.
“La desertificazione bancaria – spiega il segretario generale Uilca Fulvio Furlan – è un fenomeno in corso da tempo, ma le sue tante conseguenze sociali ed economiche erano sconosciute o del tutto sottovalutate. I dati del nostro secondo Rapporto ne confermano la gravità: è un problema reale, sentito dalle persone. La chiusura delle filiali ha impatti sociali, riduce la propensione agli investimenti e influenza la scelta di vivere o meno in un territorio, con un aggravio dello spopolamento dei piccoli centri”
“È tempo di un ripensamento radicale del ruolo degli istituti di credito – spiegano ancora alla Uilca – che devono riaffermare la propria vocazione territoriale superando logiche esclusivamente di mercato. Le banche devono garantire il mantenimento di un’adeguata presenza sul territorio, con particolare attenzione alle aree interne e alle comunità più fragili”.