Genova – Ancora un albero che cade di schianto e in una zona dove di solito giocano i bambini. E’ successo questa mattina, di fronte alla chiesa di Santa Teresa, ad Albaro, a pochi metri dai giochi dei bambini che solo la fortuna ha voluto fossero vuoti, a poche decine di metri dalla Piscina di Albaro dove, nel settembre scorso, un altro enorme pino si è abbattuto di schianto, fortunatamente senza vittime.
Anche in questo caso un grosso albero di pino si è abbattuto fortunatamente senza travolgere nessuno.
Succede nel giorno in cui il Comune ha proclamato il lutto cittadino, con un minuto di silenzio alle 14,23, ora del decesso, per ricordare Francesca Testino, 57 anni, travolta ed uccisa dal crollo di una palma mentre camminava per strada, in una zona centralissima.
Una tragedia che ha sollevato forti proteste e polemiche per la cura del verde pubblico in una città con decine di migliaia di alberi ed un personale sempre più risicato addetto ai controlli.
I genovesi si domandano quanti siano gli alberi che potrebbero cadere da un momento all’altro e quali controlli vengano effettuati.
Verifiche che non possono essere affidate solo a “ispezioni visive” – per quanto assolutamente legali – ma che dovrebbero essere accompagnate da accertamenti tecnologici, con macchinari in grado di valutare la natura del legno e la sua resistenza, la capacità di resistere ai cedimenti e persino suggerire al manutentore del verde potature – spesso mai eseguite per decenni – su piante che possono tornare in sicurezza senza essere abbattute.
Il “timore” della associazioni ambientaliste e di tutela del paesaggio è infatti quello che si “approfitti” del clamore dei crolli per autorizzare abbattimenti a raffica che sono sempre stati contestati perché privi di possibile contraddittorio.
I Cittadini chiedono da tempo che gli alberi attenzionati vengano segnalati su apposite mappe e con idonea segnaletica sul posto e che vengano diffuse le informazioni sugli esami condotti – certamente non “solo” ispezioni visive, e che venga dato modo ai Cittadini di interpellare pareri terzi, di esperti del settore della cura e manutenzione del verde per un “contro-parere”.
Un modo per evitare che si ripetano episodi di abbattimenti a raffica, senza possibiità di replica e garantendo nel contempo la sicurezza dei genovesi e dei turisti.