Genova – Interventi concreti per garantire i diritti dei più fragili. Li chiede Genova Inclusiva, associazione che riunisce le famiglie con disabili ma anche operatori del settore, insegnanti e personale Osa e Ose.
Secondo Genova Inclusiva, infatti, con la conclusione delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico, emergono dati allarmanti riguardanti la capacità del sistema sanitario e scolastico di rispondere in modo adeguato alle esigenze delle persone con disabilità. L’aumento della domanda di assistenza e istruzione si attesta in media al 9%, con picchi del 15% in alcune città italiane. Tuttavia, le istituzioni non riescono a garantire servizi adeguati, compromettendo il diritto costituzionale all’istruzione e alla salute.
Sanità: liste d’attesa e riduzione delle cure
“Nonostante le pronunce della Corte Costituzionale – denuncia Marco macrì, portavoce di Genova Inclusiva – che escludono i vincoli di bilancio per l’assistenza alle persone con disabilità, la spesa sanitaria continua a essere contenuta, con pesanti conseguenze per le famiglie. In molte regioni, i costi delle cure vengono di fatto scaricati sui cittadini, costretti ad affrontare lunghi tempi di attesa prima di accedere ai servizi pubblici. Numerose sentenze hanno già condannato le Aziende Sanitarie Locali al rimborso delle spese sostenute dalle famiglie, riconoscendo il danno causato dalla mancata tempestività delle terapie”.
“Un caso emblematico – prosegue Macrì – è rappresentato dalla Regione Liguria, dove oltre 1.500 bambini risultano privi di accesso alle cure logopediche e psicomotorie, e altrettanti adolescenti non ricevono trattamenti adeguati per i disturbi alimentari. La revisione delle linee guida regionali ha portato a una riduzione delle ore di terapia disponibili, abbassando i livelli di assistenza e adottando un criterio puramente economico. Inoltre, l’assenza di investimenti aggiuntivi per i disturbi alimentari ha provocato una crescente fuga di professionisti verso il settore privato, aggravando ulteriormente la situazione”.
Scuola: precarietà e carenza di insegnanti
Secondo Genova Inclusiva il settore dell’istruzione presenta criticità analoghe. In Liguria si registra una carenza di 1.700 insegnanti, con un impatto particolarmente grave nella scuola dell’infanzia e nella primaria, fasi cruciali per l’individuazione e il supporto delle disabilità. La precarietà contrattuale del personale docente incide negativamente sulla qualità dell’istruzione, privando gli studenti della necessaria continuità didattica e lasciando molte famiglie senza un punto di riferimento stabile per il percorso educativo dei propri figli.
Proposte concrete e soluzioni inascoltate
“Nonostante le ripetute segnalazioni e le proposte avanzate per affrontare queste criticità – segnala Marco Macrì – l’atteggiamento delle istituzioni è rimasto orientato al mero contenimento della spesa, senza una reale volontà di risoluzione.
Sanità: si era proposto l’istituzione di un fondo destinato all’erogazione di voucher per le cure, con l’obiettivo di garantire alle famiglie un supporto economico immediato in attesa dell’accesso ai servizi pubblici. Questa proposta è stata respinta con il pretesto dell’“appropriatezza delle cure”, mentre nella realtà molte famiglie restano senza alternative per anni. La Corte dei Conti, con due delibere emesse in fase di parifica di bilancio, ha riconosciuto la validità di questa soluzione e regione Liguria ha stanziato oggi 3 milioni di euro però usufruibili con una modalità completamente errata . Anziché permettere l’ inserimento delle fatture pagate dai genitori e rifonderne le spese ha messo in elenco una decina di centri accreditati e inviato tramite la Asl lettere a chi superava i 18 mesi d’attesa che non riescono a dare comunque una risposta e pertanto pare un contenimento di costo voluto”.
Per la Scuola Genova Inclusiva fa sapere che è stata avanzata la proposta di una riorganizzazione delle assegnazioni degli insegnanti specializzati, consentendo agli esuberi della scuola secondaria di secondo grado di essere impiegati nelle fasce d’età inferiori attraverso percorsi di adattamento professionale in alternativa a indire su docenti già specializzati per anagraficamente più grandi. Questa misura avrebbe migliorato la qualità didattica, ridotto i tempi d’attesa per l’assegnazione del personale di sostegno che ogni anno toglie alle studentesse due mesi d’inclusione e pieno diritto all’istruzione e avrebbe garantito maggiore stabilità agli insegnanti.
Un appello al confronto istituzionale
Negli ultimi quattro anni Genova Inclusiva ha interpellato i principali leader nazionali e persino il Santo Padre, per sensibilizzare le istituzioni sulla necessità di un uso adeguato delle risorse pubbliche, in particolare dei fondi PNRR, affinché nessuno venga lasciato indietro.
A pochi giorni dal 2 aprile, Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo, è fondamentale che le istituzioni passino dalle dichiarazioni di intenti ai fatti. Piuttosto che limitarsi a eventi simbolici e comunicati retorici, le forze politiche nazionali devono assumersi la responsabilità di affrontare queste problematiche in modo strutturale e duraturo.
Si invita il Parlamento e il Senato ad aprire un confronto concreto su queste tematiche, ascoltando le proposte avanzate e lavorando per garantire un futuro dignitoso a oltre 680.000 studenti disabili in Italia e oltre 7.800 in Liguria, affinché non vengano più trattati come cittadini di serie B”.
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