Genova – “Non so se parlare da presidente della Regione o da diportista nautico. Da presidente, vi dico che per noi il mare non è solo quello che vediamo dalle nostre finestre, ma una componente del nostro Dna. Noi liguri abbiamo il sangue salato, la pelle come quella dei delfini e il cuore che batte al ritmo delle onde: in realtà queste sono le parole che in America si usano per descrivere i marinai, parole che ho voluto portare con me in Liguria, perché mi sono sempre piaciute. Per noi il mare, storicamente, è sempre stata una fonte di sostentamento economico, perché abitando una striscia di terra racchiusa tra le montagne e il mare non ci sono alternative a prendere il mare. Per noi andare per mare voleva dire fare commercio, avere contatti con altre civiltà, costruire un sistema commerciale i cui ampi ritorni economici hanno portato Genova a essere, nel 1600, la città più ricca del mondo. E oggi il mare ci dà un’incredibile soddisfazione dal punto di vista economico e occupazionale e lo sarà ancora di più negli anni futuri ma per ottenere questo serve la costruzione e il rafforzamento di una filiera, che parte dal fatto che la Liguria è la prima regione in Italia per numero di Bandiere blu”.
Lo ha detto il presidente della Regione Liguria Marco Bucci, oggi nel corso del convegno “Il turismo nautico come risorsa per la crescita e lo sviluppo della Nazione”, a margine dell’arrivo a Genova del Tour mondiale del Vespucci, nella Conference Hall di Calata Mandraccio, alla presenza del ministro del Turismo Daniela Santanché, degli assessori regionali alla Formazione e al Turismo, Simona Ferro e Luca Lombardi e del presidente di Confindustria Nautica Piero Formenti.
Fondamentali per il presidente della Regione le opportunità legate allo sviluppo del turismo legato alla diportistica: “In Liguria – ha detto Bucci – ci sono oltre 20 mila posti barca, l’Italia ha circa 8.000 km di coste, e sono contento del fatto che questo Governo abbia messo il mare tra le sue priorità. Mi rivolgo però sia al ministro sia al presidente di Confindustria nautica per dire che serve ancora più attenzione per i diportisti. Dobbiamo lavorare per attirarli in Italia, prima di tutto trattandoli bene, prevedendo nei porti un certo numero di posti barca, ma anche creando una filiera per quelli che magari non vogliono andare in porto, ma fermarsi in rada con campi boe che sarebbero una panacea per tutti”.
“Le boe – ha continuato il presidente della Regione – ti consentono di non dover ancorare sul fondo e non rovinarlo, per questo le aree marine protette dovrebbero avere più campi boe. E se ci sono campi boe i diportisti vengono. E poi c’è la questione dei rifiuti: servono più punti di raccolta, in modo da non dover tenere il rifiuto in barca: si tratta di accorgimenti importanti, servizi che possono contribuire a far esplodere un mercato che ha grande valore e che può portare grandi benefici economici e occupazionali”.