Genova – In pochi lo sanno ma i giardini delle grandi ville genovesi hanno avuto un rapporto strettissimo con i “colleghi” inglesi. Se ne parla questa sera, a Palazzo Ducale , nella conferenza “C’era una volta il Genoashire, la grande stagione dei giardini paesaggistici” che coinvolge studiosi ed esperti del settore per ripercorrere le trasformazioni urbane, architettoniche e paesaggistiche che hanno segnato la città nell’Ottocento.
Matteo Frulio illustrerà il ruolo di primo piano che ebbe Genova nell’ispirare i primi teorici britannici del giardino “all’inglese”. In parallelo, architetti come Andrea Tagliafichi, Carlo Barabino e Michele Canzio seppero reinterpretare gli spunti d’oltremanica per la creazione di giardini purtroppo perduti, come Villa Lomellini a Multedo, e di quelli fortunatamente conservati come Villa Pallavicini a Pegli e Villa Galliera a Voltri. Matteo Frulio è docente ed esperto di giardini storici, già direttore del Parco di Villa Duchessa di Galliera.
Il calendario degli incontri proseguirà il 16 ottobre 2025 con Genova sotto vetro. Il verde urbano tra coltivazione e contemplazione di Caterina Tamagno, che illustrerà la trasformazione del paesaggio urbano genovese nel corso dell’Ottocento e il ruolo sempre più centrale del verde, sospeso tra gusto per l’esotico e desiderio di contemplazione estetica.
Il ciclo si concluderà il 6 novembre con Parigi a Genova. Influssi d’Oltralpe in una città che si reinventa, la conferenza di Jacopo Baccani, curatore del ciclo ideato in occasione di Genova e l’Ottocento. Un viaggio attraverso le influenze francesi che hanno contribuito a ridefinire l’identità architettonica e urbana della Genova ottocentesca.