HomeGenovaCronacaInceneritore, Regione Liguria lancia il bando per cercare aziende interessate

Inceneritore, Regione Liguria lancia il bando per cercare aziende interessate

Genova – Regione Liguria alla ricerca di aziende interessate a realizzare e gestire impianti di incenerimento dei rifiuti con una capacità minima di distruggere 220mila tonnellate all’anno.
Ambientalisti e associazioni di difesa della Natura in massima allerta dopo la concretizzazione della decisione della Regione di costruire uno o più inceneritori sul territorio ligure.
È stato infatti pubblicato sul sito di Arlir l’avviso esplorativo per raccogliere le manifestazioni di interesse per la realizzazione e l’affidamento della concessione dell’impianto “di chiusura del ciclo dei rifiuti” attraverso la combustione.
L’impianto dovrà disporre di una capacità complessiva minima di 220mila tonnellate annue, che consenta la chiusura del ciclo dei rifiuti urbani a livello d’ambito regionale, e fino a circa 320mila t/anno nel caso possano essere dimostrate sinergie positive, anche in termini di sostenibilità economica, con flussi di rifiuti speciali liguri ora destinati in discarica o a termovalorizzazione fuori regione.
In pratica la Liguria punta a diventare quanto più possibile “autonoma” nella gestione del ciclo dei rifiuti attraverso la loro distruzione con il fuoco e le alte temperature.
Una tecnologia molto discussa e che da tempo divide l’opinione pubblica tra chi è favorevole per poter limitare le spese ed eliminare i rifiuti e chi ricorda gli studi sull’aumento di tumori e malattie nelle zone vicine agli inceneritori e chiede che si passi invece ad un vero processo di recupero dei rifiuti riutilizzabili come carta, plastica, metalli e vetro.
“L’obiettivo di questa amministrazione regionale, in primis del presidente Bucci e mio, rimane saldo: vogliamo realizzare un impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti – dichiara l’assessore all’Ambiente di Regione Liguria Giacomo Raul Giampedrone – in modo da superare il conferimento della quota residua di rifiuti indifferenziati nelle discariche, sulle quali si basava il sistema ligure fino al 2015. In questo modo garantiremo alla Liguria di essere autonoma e indipendente su questo tema, con positive ricadute sulle tasche dei cittadini che oggi si accollano, quota parte, anche i costi per il conferimento ad impianti fuori regione”.

“È da dieci anni che lavoriamo in questa direzione – prosegue Giampedrone – Nel 2022 abbiamo rinnovato il Piano regionale dei rifiuti che ha previsto per la prima volta in Liguria la chiusura del ciclo. Abbiamo fortemente incentivato la raccolta differenziata, salita dal 38% al 61% a livello regionale, e stiamo realizzando gli impianti intermedi per il trattamento delle frazioni organica e ‘verde’ (TMB) come quelli di Saliceti, nello spezzino e di Colli nell’imperiese, oltre ad aver potenziato quello di Ferrania a Cairo. In questo quadro, aver previsto anche la possibilità di impianti di taglia ridotta, sempre in linea con quanto scritto nel Piano regionale, è volto principalmente a consentire maggiore flessibilità su taglia e tecnologia, senza escludere in alcun modo la possibilità di impianti più grandi”.

L’assenso dell’amministrazione locale rimane indispensabile: la scelta è stata quella di incardinarlo dopo che sarà conclusa la ricognizione per rilevare l’interesse da parte dei soggetti privati, che dovranno indicare nei loro progetti anche il luogo in cui vorrebbero realizzare l’impianto, preferibilmente tra quelli indicati come maggiormente idonei dallo studio Rina. È previsto infatti che l’adesione formale dell’amministrazione comunale interessata, propedeutica alle valutazioni su eventuali compensazioni, rappresenti in questa fase un elemento premiante della proposta di partenariato pubblico-privato in esito ai risultati dell’Avviso esplorativo.
Gli operatori economici interessati avranno 60 giorni di tempo dalla pubblicazione dell’avviso per trasmettere le proprie proposte ad Arlir, che provvederà alle successive valutazioni e alla trasmissione degli esiti alla Giunta.

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