Genova – Ferma condanna contro ogni forma di violenza. La esprime la Cooperativa Radio Taxi Genova in seguito alla diffusione della notizia secondo cui un autista Uber sarebbe stato aggredito e malmenato da sconosciuti.
“Prendiamo le distanze da qualsiasi atto di violenza a danno di persone o vetture ed esprimiamo una decisa condanna a simili episodi – dichiara Stefano Benassi, presidente della Cooperativa Radio Taxi – Come Cooperativa siamo impegnati a far rispettare i diritti, oltre che i doveri, dei nostri soci e pertanto abbiamo, ormai da mesi, intrapreso tutte le iniziative possibili, sia dal punto di vista legale sia istituzionale, affinché a Genova siano rispettate la legalità e le regole della nostra professione contro ogni forma di abusivismo, quindi anche quello rappresentato da Uber. Le istituzioni, l’assessorato alla Mobilità del Comune di Genova e la polizia municipale in primis, si sono dimostrate da subito sensibili ai problemi da noi denunciati e ci stanno dando pieno appoggio nella nostra difficile battaglia a difesa della legalità nello svolgimento della nostra professione che ha regole e norme precise che vanno rispettate”.
“Non pensiamo che la “giustizia fai-da-te” – spiega ancora Benassi – che purtroppo affonda le proprie radici nell’attuale situazione di crisi economica e di totale precarietà inasprita anche da innegabili fenomeni di abusivismo – sia la strada giusta per ottenere il sacrosanto rispetto delle regole vigenti e pertanto ribadiamo piena condanna per l’accaduto, in attesa che le indagini facciano il loro corso e vengano individuati i responsabili del fatto”.
Se il disegno di Legge sulla libera concorrenza prevedesse che solo tassisti e NCC possano, senza limitazione alcuna, iscriversi a Uber avremmo risolto il problema.
Taxi ed Ncc in base alla Legge (c.d.s. – L. 21 del 1992 – Norme comunali – Leggi fiscali) sono sottoposti a rigorosi controlli che garantisco, sopratutto, il “cittadino utente” sia in relazione all’autista che al veicolo in servizio.
Il reclutamento indiscriminato di Uber produce sia una perdita notevole della qualità del servizio ma, sopratutto, un serio pericolo di ordine pubblico in quanto nessuna indagine è svolta nei confronti delle persone che svolgono il servizio stesso.
Esempio: un criminale che abbia la patente da tre anni ed abbia un’auto (non sono richiesti requisiti neppur minimi sullo stato della vettura) puಠsvolgere il servizio con Uber … vi siete chiesti in questo caso i rischi che sta correndo l’Utente?
Se si liberalizzasse l’adesione (vietando i vincoli imposti da cooperative, Comuni, ecc.) dei mezzi pubblici già esistenti al servizio offerto da Uber avremmo risolto tutti i problemi!
Infatti, guardate cosa è successo in India: una cliente è stata violentata da un autista Uber.
A seguito di ciಠlâUber pensa di installare un pulsante anti-stupro (anti-panico) sulle auto ⦠per difendersi dai propri autisti: assurdo!
Le Leggi servono a regolamentare i servizi a favore dellâutenza, ecco perchè gli attuali âmezzi pubblici non di lineaâ (taxi e NCC) sono sottoposti a ferrei controlli e a strette limitazioni e solo loro devono e possono offrire un servizio già normato, controllato, sicuro, professionale, atto ad essere utilizzato dal cittadino.