Non tutti sanno che all’Acquasanta, a pochi chilometri dal centro di Voltri, nel ponente genovese, c’è una casa conosciuta come “Cà du Diau” o “Casa del Diavolo”.
Oggi è identificabile con la struttura che ospita le Terme dell’Acquasanta, dove i genovesi curano diverse malattie con le acque solforose, ma forse, più anticamente, si trovava nel punto dove è poi stato costruito lo stabilimento termale.
La casa aveva preso questo nome molto probabilmente proprio a causa della fonte di acqua solforosa che si trovava nelle vicinanze. L’odore di zolfo, così simile a materiale in decomposizione, è da sempre collegato con l’Inferno ed il suo principe: Satana.
Facile che chi abitava nella casa fosse additato come sospetto “servo del Male” e certamente non era da tutti avere dell’acqua calda che sgorgava nel giardino e che poteva essere utilizzata per curare molte affezioni della pelle.
Un tempo, infatti, la medicina tradizionale, non praticata da persone “autorizzate”, era comunque accostata alla stregoneria.
Curioso il fatto che, dopo i periodi bui, proprio quell’elemento che aveva reso demoniaca e oscura l’abitazione ne ha fatto la fortuna, al punto da cambiare completamente nei pensieri degli abitanti della zona in “acqua santa”.
Ma la tradizione orale della zona ha voluto calcare la mano e le storie che parlano della Cà du Diau raccontano anche di misteriosi incontri con un uomo grande e grosso che indossa abiti da religioso e che si presta facilmente a fare conversazione. Sembra che ad incontrarlo siano soprattutto bambini e giovani fanciulle avvenenti.
Un incontro tutt’altro che raccomandabile visto che molte delle persone che lo hanno fatto raccontano di aver capito che qualcosa non andava guardando lo strano personaggio sino ai piedi.
Pare infatti che dalla tunica da prete, spuntino a sorpresa degli zoccoli caprini, altro particolare legato alla figura demoniaca del Diavolo.
Risalendo al Santuario dell’Acquasanta dal centro di Voltri e percorrendo, appunto, via Acquasanta, non è difficile incontrare persone anziane cui domandare, con un pò di tatto, le storie legate alla presenza dello strano prete con gli zoccoli caprini.