Genova – Perdite per 2 milioni di euro l’anno, banche che non sono disposte ad investire e nessuna prospettiva a breve termine per far entrare nuove rendite. E’ peggiore del previsto la situazione di Fiera di Genova, l’ente che si è appena accorpato con la Porto Antico per cercare di recuperare una situazione che diventa più difficile ogni giorno.
Lo stesso presidente Ariel Dello Strologo, arrivato in fretta e furia a luglio di quest’anno, non nasconde una forte preoccupazione anche se non si è pentito di aver accettato l’incarico.
Secondo le prime stime l’Ente potrebbe decidere un piano “lacrime e sangue” che preveda consistenti tagli all’occupazione. Si parla di oltre il 60% di esuberi, una situazione che i sindacati non esitano a definire esplosiva.
Se davvero la Fiera intendesse rinunciare alla maggior parte dei dipendenti, potrebbero infatti andare in crisi settori importanti e tutto questo mentre si cerca disperatamente di salvare il Salone Nautico 2016, l’unica vera grande kermesse in grado di portare “soldi veri” a Genova.
Con il Nautico traballante e la decisione dei cantieri del Lusso di costituire un’entità diversa da Ucina e un salone a Venezia, il futuro dell’esposizione genovese è sempre più tetro e grigio e con esso il futuro di Fiera di Genova.
Anche le banche si sono tirate indietro e gli istituti che avrebbero potuto finanziare l’Ente, magari in ottica di una grossa trasformazione, hanno preferito stare a guardare.
Potrebbe arrivare una richiesta di maggiore flessibilità da parte del personale ma i sindacati ricordano che i lavoratori hanno già rinunciato a parte dello stipendio e hanno “regalato” ore di straordinario senza che i vertici pensassero ad un vero piano di rilancio.
Ora i nodi vengono al pettine e con essi la gestione di decenni di scarsa progettualità che ora sembrano voler soffocare l’Ente Fiera e i suoi dipendenti.