Genova – I tifosi che si recano a vedere la partita Genoa-Sassuolo potrebbero dover affrontare lunghe code ed estenuanti controlli anti terrorismo e il dispiegamento di forze dell’ordine non garantirebbe comunque un’efficace prevenzione per l’assenza di controlli anti esplosivi all’ingresso.
A denunciarlo il Siap, il sindacato dei lavoratori delle forze di polizia che torna a parlare dello stato di grave insicurezza dello stadio Luigi Ferraris di Genova e polemizza a distanza con il Genoa per le dichiarazioni contro il sindacato.
Il Siap, per voce del suo segretario provinciale, Roberto Traverso, teme che il dispiegamento massiccio di forze dell’ordine, annunciato per domenica, allo stadio, per i controlli anti terrorismo della partita Genoa-Sassuolo, sia solo un’operazione “di facciata” che non fa che confermare le gravi carenze della struttura sportiva rispetto alle norme per la sicurezza degli stadi.
“L’impiego massiccio di personale della polizia di Stato – dichiara Traverso – sia dentro che fuori allo stadio implica il rischio di lunghe code per gli accessi allo stadio della tifoseria“.
Il SIAP manifesta profonda preoccupazione, ritenendo che queste anticipazioni, ove confermate, certifichino ancora una volta l’inadeguatezza macroscopica dello stadio di Genova dal punto di vista della sicurezza, per vari motivi:
“La struttura è obsoleta – denuncia Roberto Traverso – ed è collocata in città e vicino a un altro obiettivo sensibile come il carcere. Ci sono diversi stabili ed esercizi commerciali interni alle zone di prefiltraggio che, al contrario, dovrebbero garantire un cuscinetto di sicurezza. C’è la possibilità di lasciare auto parcheggiate a brevissima distanza dagli accessi alla struttura, specie sul lato di corso De Stefanis ma, soprattutto, c’è l’impossibilità per la folla di “sfogare” in campo in caso di emergenza come avvenuto allo stadio di Parigi“.
Secondo il Siap “ricorrere a una blindatura dell’impianto aumentando le forze dell’ordine significa cancellare il percorso che il Viminale ha portato avanti da anni per ridurre l’impiego della Polizia dentro gli impianti e che ha drasticamente abbattuto gli incidenti con feriti tra poliziotti e tifosi”.
Il sindacato teme anche che proprio l’aumento dei controlli e la maggiore rigidità delle ispezioni di chi entra possa generare lunghe code agli accessi che potrebbero diventare esse stesse un problema ulteriore di ordine pubblico e un limite alla sicurezza, oltre a comprimere il diritto del pubblico pagante a un accesso decente all’impianto”.
“Leggiamo anche – spiega ancora Roberto Traverso del Siap – che “fonti autorevoli della Questura” parlerebbero di effetto “deterrente” legato alla vista dei poliziotti sugli spalti e ai tornelli, dove normalmente il controllo viene effettuato dagli steward, come se i colleghi fossero figuranti da esibire per scoraggiare eventuali azioni terroristiche. Si tratta chiaramente di risposte di facciata che denotano la mancanza di una risposta reale all’emergenza attentati, perchè un controllo antiesplosivo accurato richiederebbe controlli ai raggi X, personale qualificato, materiale tecnico come speciali metal detector, oltre a controlli a campione con quelle unità cinofile invece drasticamente ridotte nel tempo, tanto che a Genova sono solo quattro e un aumento degli accessi per snellire il flusso in ingresso“.
Il Siap considera questi interventi una “prevedibile risposta mediatica che purtroppo caratterizza da tempo la gestione della sicurezza in ambito genovese e italiano”.
Il sindacato dei lavoratori di polizia polemizza anche con il Genoa che, dopo le denunce di ieri, proprio sulla carenza di sicurezza dello stadio Luigi Ferraris avrebbe diffuso un comunicato nel quale si parlerebbe di “frequenti riunioni e fattiva collaborazione con la Questura di Genova con cui le scelte vengono condivise” e accuserebbe il Siap sostenendo che il sindacato entri in questioni che non sarebbero di loro pertinenza e “prive del senso di responsabilità”.
“Forse il Genoa- ha una visione confusa del ruolo dei sindacati dei lavoratori – risponde Traverso – e anche del proprio ruolo nella gestione della sicurezza dei cittadini che coinvolge non solo la Questura e il Genoa Calcio in queste “frequenti riunioni” di cui apprendiamo solo ora
l’esistenza, visto che gli incontri con le società sono istituzionali e concordati nelle specifiche sedi previste. La sicurezza degli eventi che coinvolgono il Genoa da anni è garantita anche dai colleghi che noi rappresentiamo e in nome di cui noi parliamo. La sicurezza è garantita dalla base della Polizia, da quegli operatori che allo stadio vanno a lavorare ogni domenica, in ogni stagione, in ogni condizione climatica, dalle partite più tranquille a quelle più a rischio e siamo qui per difendere i loro diritti e le loro rivendicazioni e non smetteremo di farlo né ora né in futuro rispetto all’Amministrazione e a qualsiasi altro interlocutore“.