Milano – L’Expò 2015 è chiuso da più di un mese ma ancora non si placano le polemiche sul presunto flop registrato nel bilancio spese-ricavi.
Gli organizzatori hanno sbandierato il risultato di 21 milioni di visitatori, oltre le più rosee previsioni ma non sono stati altrettanto trasparenti nel comunicare il bilancio finale dell’impresa: quello che vede la semplice operazione ricavi meno costi uguale utili o perdite.
Qualche Media particolarmente attento prova a fare i conti i tasca ad Expò 2015 e calcola che, anche ammettendo che tutti i 21 milioni di biglietti siano stati venduti a prezzo pieno (e non è così) la somma ricavata dalla manifestazione sarebbe attorno ai 504 milioni di euro.
Dando per veri i dati diffusi dai Media, secondo cui il Governo Renzi avrebbe stanziato oltre 2,4 miliardi di euro per l’Expò, appare evidente che la manifestazione si sia chiusa con un “buco” di quasi 2 miliardi di euro.
Ma anche ammettendo che i costi “vivi” di gestione, siano stati molto minori e che gran parte della spesa stanziata sia stata investita per infrastrutture che resteranno, il bilancio non sembra essere in positivo, tutt’altro.
La somma diffusa dagli organizzatori, circa 840 milioni di euro, è stata smentita dalla Corte dei Conti e sembra più vicina ai 960 milioni di euro.
Se fossero veri i dati diffusi da Expò avremmo un buco presunto di diverse centinaia di milioni di euro, figuriamoci se i costi fossero stati più alti come sostengono i magistrati specializzati nei conti pubblici.
Qualcosa non quadra nemmeno prendendo per buoni i dati di Expò 2015 secondo cui il pareggio di bilancio si sarebbe registrato con 21 milioni di visitatori paganti.
Il calcolo, infatti, si suppone sia stato fatto con il prezzo pieno dei biglietti mentre è noto che negli ultimi mesi sia stata fatta un’ampia politica degli sconti che ha portato ad un ovvio aumento delle vendite.
Alcuni enti, come i Cral dei dipendenti pubblici, hanno potuto vendere 5 biglietti al costo di uno. Difficile, senza i dati ufficiali, stabilire l’esatto importo dei ricavi delle vendite.
La biglietteria “normale” inoltre, prevedeva sin dall’inizio tariffe agevolate per studenti (in massa in visita all’Expò), anziani e, nell’ultima parte dell’esposizione, anche il serale da 5 euro.
Per questo motivo, per avere un’idea più precisa dell’entità del successo (o del flop) di Expò 2015, si torna a chiedere con forza la pubblicazione di tutti i resoconti.
La trasparenza porrebbe fine a ogni discussione ed ogni italiano sarebbe in grado di valutare in modo autonomo di dice la verità e chi fa propaganda.