Genova – Un’audizione presso la Regione Liguria per rispondere alle critiche avanzate dal consigliere di Fratelli d’Italia, Matteo Rosso e per chiarire le posizioni contro l’omofobia.
A chiederlo il Coordinamento Liguria Rainbow, che ha organizzato lo scorso 4 luglio lo Human Pride a Genova. Il gruppo ha inviato una richiesta alle Commissioni consiliari della Regione Liguria per chiedere un incontro dopo l’interrogazione a risposta immediata firmata da Matteo Rosso sulla partecipazione della Regione Liguria alla rete RE.A.DY, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
“La crociata ideologica contro la cosiddetta teoria gender – spiegano al Coordinamento Rainbow – acceca a tal punto la politica da mettere in discussione uno strumento diffuso per contrastare la discriminazione e tutte le forme di violenza verso chi non è conforme ai modelli e agli stereotipi dominanti“.
Nella domanda di audizione, il gruppo scrive: “esprimiamo profonda preoccupazione per il clima sociale registrato nel nostro territorio dalle associazioni facenti parte del Coordinamento, clima in cui si segnalano episodi di aggressione verbale, fisica e psicologica nei confronti delle persone lgbt.
Il Coordinamento Liguria Rainbow chiede di poter esporre le proprie preoccupazioni a fronte:
del disagio e della sofferenza che ancora molte persone provano, in particolare i e le giovani e i loro familiari, quando si viene percepiti come diversi o devianti dai modelli dominanti; delle richieste di aiuto da parte degli adulti, nelle famiglie e nella scuola, per affrontare temi legati alla sessualità, alle dipendenze e alla violenza; dell’allarmismo prodotto dalla campagna ideologica contro il cosiddetto “gender”, che mette a rischio la continuità dei progetti di contrasto all’omotransfobia, al sessismo e agli stereotipi di genere”.
Il Coordinamento Liguria Rainbow è una rete che riunisce molteplici associazioni e gruppi operanti sul territorio ligure, uniti dall’idea che la conoscenza delle differenze e il confronto diretto con le stesse porti al superamento delle paure che sono alla base di sessismo, omofobia, razzismo e di ogni altra forma di discriminazione.
Per questo il Coordinamento Liguria Rainbow propone e sostiene progetti che diano spunti di riflessione per una maggiore consapevolezza e responsabilità nei comportamenti di ogni persona, nelle relazioni interpersonali, nelle famiglie, nel mondo del lavoro, nelle scuole e nelle università, nei luoghi della politica e dell’informazione e si impegna pubblicamente nel contrasto al bullismo e a ogni forma di violenza di genere.
“Pertanto – spiega ancora il Coordinamento Rainbow – è nostra convinzione che sia necessario incontrare i e le consigliere regionali al fine di far conoscere l’importanza e l’efficacia delle politiche di contrasto all’omotransfobia e agli stereotipi sessisti, direttamente dalle cittadine e dai cittadini che vivono sulla pelle la svalorizzazione a causa della identità di genere e dell’orientamento sessuale. Cittadini e cittadine che non si sentono sicuri quando frequentano i luoghi pubblici, come la scuola, i mezzi di trasporto pubblici, il posto di lavoro. Cittadini e cittadine che sono genitori, o familiari, o amici delle persone discriminate, e che vivono le stesse sofferenze a causa della emarginazione sociale e culturale esercitata contro le persone lgbt, che si sta diffondendo in particolare nel nostro paese a differenza di quanto capita in Europa e in Occidente. Ma ci preoccupiamo anche per quei giovani violenti, che sono altrettanto esposti a rovinarsi la vita ed il futuro, perché convinti ad interpretare il ruolo ‘forte’ e ‘macho’ che il pensiero tradizionale e conservatore assegna ai maschi, e per le giovani convinte che il modello femminile sia legato naturalmente alla bellezza e alla seduzione. Modelli perdenti, deboli, di soggetti fragili incapaci di autonomia e pensiero critico; mentre invece vorremmo che specialmente la scuola contribuisse a formare giovani cittadini e cittadine consapevoli e responsabili, indipendenti e capaci di affrontare le difficoltà della vita sociale e adulta. Sentirsi sicuri ed avere pari dignità dovrebbe essere un diritto costituzionale garantito a tutti e tutte, una Regione che lo mette in discussione toglie sicurezza a tutti quanti“.