Genova – Hanno criticato l’operato di una ginecologa dell’ospedale Galliera e si sono ritrovate denunciate per diffamazione. Sono già 25 le mamme, iscritte ad una pagina Facebook dedicata a chi ha avuto da poco un figlio, che si sono ritrovate denunciate ed indagate per quanto scritto in uno spazio che considerano (erroneamente) libero.
Sarà un giudice a stabilire il limite tra racconto dei fatti, con analisi critica dei comportamenti, e diffamazione a mezzo web.
Una vicenda complessa che nasce da una disavventura di una delle mamme iscritte alla pagina Facebook e che ha sollevato il “caso”.
La donna ha raccontato un episodio che, a suo giudizio, metteva in cattiva luce l’operato di una ginecologa dell’ospedale Galliera. La discussione si è accesa e altre mamme hanno commentato o “aggiunto” altri elementi che la dottoressa, avvertita da un’amica, ha potuto leggere.
Commenti che la ginecologa ha considerato “lesivi” della sua immagine e professionalità ed ha presentato una denuncia contro “ignoti” alla polizia postale che ha identificato 25 mamme iscritte al forum e le ha indagate per diffamazione.
Una vicenda complessa che vede al centro lo scontro tra chi sostiene che Internet sia un luogo “estraneo” ai limiti imposti dalle Leggi e chi, invece, lo considera a tutti gli effetti, ad una bacheca pubblica su cui si scrive qualcosa e che, quindi, è pienamente soggetta alle stesse regole che valgono per giornali, riviste e pubblicazioni in genere.
Lo scontro tra accusa e difesa sarà entusiasmante e, ancora una volta, farà la “Storia” della giurisprudenza sul Web.
Quale è, infatti, il limite tra diritto di critica e confronto di idee e la diffamazione a mezzo web?