Genova – Inizierà domattina, al Tribunale di Genova, il processo al medico obiettore dell’ospedale San Martino accusato di aver rifiutato l’esame ecografico a due donne che si erano presentate al pronto soccorso per la procedura di aborto con la pillola Ru486.
Il medico rischia una condanna per essersi rifiutato di eseguire un esame necessario per procedere all’assunzione della pillola abortiva.
Secondo l’accusa, infatti, l’esame medico non può essere rifiutato perchè non è direttamente collegato alla procedura abortiva ed è un semplice “controllo”.
Il medico si difende sostenendo che l’ecografia è necessaria per l’assunzione della pillola Ru 486 e dunque poteva avvalersi del diritto di obiezione di coscienza.
La vicenda risale ad alcuni mesi fa quando il medico venne denunciato per omissione d’atti d’ufficio per aver rifiutato l’esame ecografico.
La posizione del medico verrà valutata da un giudice che potrebbe condannare il dottore ad una pesante sanzione.
L’obiezione di coscienza, molto diffusa in alcuni ospedali genovesi, rende molto complesso e non garantito il diritto delle donne alla libera determinazione della loro vita sessuale e familiare.
La legge che sancisce il diritto all’interruzione della gravidanza e l’uso della pillola Ru486, che evita un intervento chirurgico devastante sotto il profilo psicologico, è tuttora in vigore e gli ospedali italiani sono obbligati a mantenere in servizio un adeguato numero di medici non obiettori perchè, diversamente, si verificherebbe una violazione dei diritti delle pazienti.
Il diritto all’obiezione di coscienza si scontra quindi con il diritto delle pazienti alla libera scelta.