Genova – Potrebbe esserci una base logistica del fondamentalismo islamista dietro all’arrivo nel capoluogo ligure dei tre cittadini libici arrestati appena sbarcati dal traghetto dalla Tunisia. E’ quanto sospettano gli inquirenti che indagano sulla vicenda che potrebbe nascondere un “semplice” traffico di auto rubate o, molto peggio, la presenza di una base logistica per i terroristi del califfato dell’Isis.
La Digos genovese avrebbe anche già individuato i presunti fiancheggiatori dei terroristi o, comunque, le persone che, a Genova, avevano fornito assistenza ai tre libici che viaggiavano su altrettanti Suv di dubbia provenienza e che dovevano ricevere proprio nel capoluogo ligure i documenti necessari a circolare liberamente in Europa.
I due sospettati potrebbero aver atteso l’arrivo dei tre libici al porto di Genova e si sarebbero nascosti, facendo perdere le proprie tracce, quando la polizia ha bloccato ed arrestato le persone che stavano attendendo.
Secondo gli inquirenti si tratterebbe di persone ben integrate nel tessuto sociale genovese e una di esse sarebbe addirittura un “insospettabile”.
Nell’ipotesi di indagine si tratterebbe di persone in grado di assicurare ai tre libici una sistemazione nel capoluogo ligure e denaro e documenti per proseguire il viaggio verso altre destinazioni ancora oggetto di verifica.
Il tutto per due diverse e ben distinte “motivazioni”: la prima e la meno preoccupante è quella di un traffico di auto rubate, anche se appare quantomeno curioso che le auto siano partite dal Nord Africa per arrivare in Europa e non viceversa.
La seconda, ben più sinistra, nasconderebbe la presenza di un piano terroristico per far arrivare uomini e mezzi nel cuore dell’Europa attraverso i canali più “tranquilli” come porti ed aeroporti, laddove i controlli sono meno rigidi come ha recentemente dimostrato il programma Striscia la Notizia che ha imbarcato due persone e due veicoli su traghetti di linea da e per la Sardegna, senza che nessuno verificasse l’identità delle persone.