Genova – Una manifestazione per dire Sì al cantiere per la realizzazione dello scolmatore del rio Fereggiano che ha provocato morte e distruzione nei quartieri di Quezzi e di Marassi.
Ad organizzarla, per oggi pomeriggio, alle ore 17, davanti al cantiere di corso Italia, comitati dei cittadini e abitanti dei quartieri colpiti dall’alluvione e che protestano contro il ricorso presentato da altri cittadini che sospettano che l’enorme costruzione in cemento armato, sorta in corso Italia, non rispetti le leggi per la tutela del paesaggio.
Un vero e proprio “scontro frontale” senza esclusione di colpi, tra chi crede che l’opera sia talmente importante da poter essere autorizzata a non rispettare le leggi italiane in vigore o che teme che il ricorso possa bloccare l’opera tardando la messa in sicurezza della ValBisagno e chi, invece, crede che un giudice debba esaminare quanto realizzato nel cantiere e certificare se sia a norma o meno.
Una battaglia senza esclusione di colpi che ha già portato alla pubblicazione dei nominativi dei denuncianti su quotidiani e social network e che rischia di avvelenare la discussione tra tutela dei diritti di tutti, rispetto delle normative vigenti e quello che rappresenta l’unico vero problema: la lentezza della Giustizia.
Se, infatti, il giudice potesse decidere in merito al ricorso in pochi giorni o settimane, il “problema” non sussisterebbe in quanto si vedrebbe tutelato il diritto di chi presenta il ricorso e quello dei residenti dei quartieri a rischio.
Una Giustizia veloce garantirebbe il corretto sviluppo della vicenda senza le esasperazioni cui si assiste in questi giorni, con abitanti dei quartieri di Albaro e di Marazzi-Quezzi trascinata in una disputa assurda e avvilente per lo Stato di diritto che dovrebbe essere garantito in Italia.