Sanremo – C’è anche il vigile che timbrava il cartellino in mutande e poi rientrava nel suo appartamento tra i 4 nuovi licenziamenti decisi dal Comune dopo l’inchiesta sui cosiddetti “furbetti del cartellino”. Le immagini che lo ritraggono in mutande e canottiera davanti alla macchinetta per timbrare il cartellino sono tra i simboli del’inchiesta “stakanov” che ha sollevato lo scandalo dei lavoratori che truffano gli enti pubblici per i quali lavorano e che hanno scatenato l’indignazione degli italiani ed in particolare di tutti i dipendenti pubblici che lavorano onestamente e sono stufi di essere accostati a quelle immagini di lassismo.
Il dibattito sui licenziamenti, intanto, si arroventa sempre di più e se c’è chi pretende l’immediato allontanamento dal posto di lavoro “senza se e senza ma” c’è anche chi ricorda che, in Italia, si è innocenti sino a quando un tribunale ha emesso una sentenza definitiva. Le amministrazioni che licenziano, insomma, potrebbero vedersi costrette a riassumere l’impiegato finito sotto indagine e pagare persino considerevoli risarcimenti. Ovviamente nel caso che il comportamento venisse “giustificato” da qualche motivo.
L’iter delle nuove normative anti fannulloni sono avviate e presto, dal Governo, dovrebbero arrivare risposte alla domanda di giustizia degli italiani.
Difficilmente, però, potrà essere aggirato il principio, costituzionalmente tutelato, della presunzione di innocenza.