New York – Ha affascinato ed incantato ogni singolo visitatore entrato al Metropolitan Museum di New York negli ultimi due anni il capolavoro di Orazio Gentileschi “Danae”, un quadro raffigurante il mito della bellissima figlia del Re Acrisio che andrà all’asta da Sotheby’s il prossimo 28 gennaio con una stima che si aggira tra i 25 ed i 35 milioni di dollari.
Il dipinto venne commissionato dal nobile genovese Giovanni Antonio Sauli al pittore Orazio Gentileschi nel 1621 ed era destinato ad ornare il suo palazzo di Genova. Il tema scelto, affrontato in stile caravaggesco dall’artista barocco, è quello di Danae, la bellissima figlia del re Acrisio di Argo che venne rinchiusa in una stanza segreta per impedirne il contatto con il mondo maschile. Giove, padre degli Dei, innamorato della ragazza, si materializzò nella sua stanza sotto forma di monete d’oro. L’arrivo del dio, nel quadro, è annunciato da Cupido che con un gesto scosta il tendaggio, permettendo alla divinità di entrare e poter ammirare la bellezza di Danae. La luce scolpisce le figure ed il morbido incarnato della figura femminile adagiata sul letto dalle lenzuola candide, si staglia contro lo sfondo scuro contro il quale anche la tenda che permette l’accesso a Giove è poco evidente.
Nel dipinto Gentileschi mostra tutta la sua capacità di dipingere le sfumature della luce ma dimostra anche di essere in grado di rappresentare in modo materico i tessuti ed i materiai che sono presenti nella scena, regalando uno degli esempi migliori della pittura del primo Seicento.
Questo quadro fa parte della cosiddetta “Serie Sauli” e rappresenta una delle commissioni più importanti affidate a Gentileschi. La serie include anche la “Maddalena Penitente” oggi in una collezione privata a New York, e “Lot e le figlie” esposto al Getty Museum di Malibù”.
In una nota, la celebre casa d’aste spiega: “Questo capolavoro è uno dei più importanti dipinti barocchi offerti sul mercato internazionale dal dopoguerra ad oggi” e George Wachter, co presidente di Sotheby’s e specialista della pittura antica, ha definito il quadro come una straordinaria miscela di naturalismo caravaggesco e classicismo uniti in una sola immagine.
La carriera di Orazio iniziò a Roma in un ambiente fervente culturalmente che gli permise di lavorare a stretto contatto con artisti italiani e stranieri. La sua attenzione venne catturata da Caravaggio e dal suo naturalismo oltre che dalla straordinaria capacità di modellare le figure con un sapiente utilizzo della luce.
La sua passione per l’arte, Gentileschi la trasmise anche alla figlia Artemisia, una tra le donne pittrici tra le più famose ed affermate del periodo.