Roma – Secondo una recente stima, circa il 10% della popolazione italiana è affetto da insonnia, a livelli più o meno gravi. Una ricerca condotta nel nostro paese potrebbe oggi aiutare a comprendere meglio alcuni dei disturbi del sonno, che tante ore di riposo sottraggono ogni notte ai nostri connazionali. Secondo uno studio condotto dal CNR di Genova, l’Ospedale Niguarda di Milano, l’Università dell’Aquila e il Dipartimento di Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, la corteccia motoria è attiva anche durante le fasi del sonno più profonde. La corteccia motoria è l’area del cervello che guida i nostri movimenti. Secondo i ricercatori, non ci sarebbe grande differenza tra la sua attività quando il corpo è sveglio e quando dorme, benché in genere i movimenti siano molto più limitati. “Ci siamo interrogati – spiega Lino Nobili, coordinatore dello studio e responsabile del centro di Medicina del Sonno di Niguarda – sulle caratteristiche dell’attività della corteccia motoria in concomitanza con i movimenti oculari rapidi e abbiamo osservato che, nonostante la paralisi muscolare che caratterizza la fase REM del sonno, la corteccia motoria esprime livelli di attività paragonabili a quelli che presenta durante l’esecuzione di un movimento da svegli, come ad esempio muovere una gamba, ma diversi da quelli esibiti nella veglia a riposo”.
“Questo studio – ha aggiunto Nobili – ci permette di comprendere meglio alcuni fenomeni relativi a certi disturbi del sonno, in particolare il cosiddetto Disturbo Comportamentale in sonno REM caratterizzato dalla comparsa di movimenti agitati in sonno, spesso anche causa di traumatismi notturni, come ad esempio cadute dal letto ma anche colpi inferti durante il sonno al proprio partner di letto. Inoltre, si aprono finestre uniche di osservazione dell’attività cerebrale durante il sonno”.