Piombino – Potrebbe essere nuovamente interrogata nelle prossime ore, Fausta Bonino, l’infermiere dell’ospedale civile indagata con l’accusa di aver ucciso almeno 13 persone con iniezioni letali di anti-coagulanti.
La donna, originaria di Savona, lavorava da anni nel reparto che si occupava di pazienti molto gravi che necessitavano di anestesia e rianimazione e, secondo le ipotesi di accusa, potrebbe aver somministrato farmaci non rientranti nella terapia o in dosi elevate, che avrebbero causato i decessi.
Dalle intercettazioni ambientali e telefoniche emergerebbero frasi choc pronunciate dall’infermiera parlando di alcuni pazienti come quando, parlando di una donna deceduta nell’agosto 2015 avrebbe detto “almeno così dorme”.
In altre intercettazioni Fausta Bonino sembra essere cosciente del fatto che presto avrebbe potuto passare guai seri e parlando con un interlocutore dice: “vedrai mi fregano, domani mi mandano in galera”.
In altre frasi intercettate dai carabinieri del Nas, che hanno eseguito l’indagine, l’infermiera sembra invece convinta che l’autore dei delitti possa essere un estraneo in possesso delle chiavi del reparto. Forse un tentativo di depistaggio.
Sotto analisi tutte le cartelle cliniche delle persone decedute nel reparto nel periodo in cui l’infermiera ha prestato servizio nell’ospedale di Piombino. Gli inquirenti cercano tracce di altri possibili delitti e le motivazioni che potrebbero aver spinto un’infermiera stimata dai colleghi a uccidere persone anziane e inermi.