Savignone – Scuole chiuse perchè pericolose e non in regola con le normative anti sismiche. Il sindaco Antonio Bigotti non darà l’autorizzazione alla riapertura per le scuole a rischio terremoto ed il caso Savignone diventa “nazionale”.
Il primo cittadino del piccolo comune dell’entroterra genovese non ha intenzione di mettere a rischio gli oltre 200 studenti che, la prossima settimana, dovrebbero tornare in classe ma che dovrebbero studiare in strutture che le normative anti sismiche considerano “non in regola”.
La decisione del sindaco Bigotti sta scatenando un vero e proprio putiferio perchè evidenzia una situazione molto diffusa in tutta Italia e che, di fatto, costringe i sindaci di tanti piccoli centri ad assumersi responsabilità molto gravi che spetterebbero invece a chi amministra lo Stato.
La decisione, infatti, arriva al termine di un lungo braccio di ferro con il Governo cui il primo cittadino di Savignone ha più volte segnalato il “problema” chiedendo i fondi necessari a intervenire per la messa in sicurezza della scuola.
Un edificio molto ben tenuto e con buona manutenzione ma che, se dovesse arrivare un terremoto come quello che ha sconvolto le Marche qualche giorno fa, potrebbe creare un disastro.
Secondo il sindaco, infatti, l’edificio non sarebbe a norma con le norme anti sismiche. Potenzialmente, quindi, potrebbe essere pericoloso.
Per metterlo a norma occorre più di un milione di euro che le casse esauste del Comune, già messe a dura prova dai tagli del Governo, non hanno.
Di qui la decisione di chiedere a gran voce il denaro ma, sino ad ora, nessuna risposta concreta è arrivata dallo Stato centrale e il sindaco ha deciso di non aprire la scuola.
Meglio lasciarli a casa o prevedere altre soluzioni piuttosto che sapere gli studenti a rischio in caso di un eventuale malaugurato terremoto.
Il caso di Savignone sta esplodendo in tutta la sua forza e rischia di scatenare una reazione a catena tra altri sindaci di piccoli comuni alle prese con i robusti tagli del Governo.
Il sindaco è stato anche minacciato di denuncia per interruzione di servizio pubblico ma ha già risposto che non si lascerà intimorire e che contro denuncerà lo Stato per aver costretto il Comune alla drastica decisione.
Senza denari, infatti, i lavori non si possono fare e qualcuno dovrebbe prendersi la responsabilità di riaprire comunque la scuola.