Palermo – L’avevano fatta arrivare in Italia con la promessa di un posto di lavoro e poi l’avevano costretta a vendere il proprio corpo per ripagare il debito del viaggio e per liberarsi da riti wodoo e minacce di morte per i suoi familiari.
Una ragazza nigeriana è riuscita a sfuggire ai suoi aguzzini, tre connazionali, contattando con lo smartphone che le veniva consegnato per lavorare, un’associazione che si occupa di aiutare i migranti in difficoltà.
La ragazza ha raccontato di essere stata picchiata e segregata in casa e costretta a prostituirsi sotto la minaccia di particolari riti woo-doo e che i familiari rimasti in Nigeria potessero subire ripercussioni.
L’associazione ha contattato la polizia riuscendo a fornire indirizzo e orari in cui la ragazza si trovava nell’abitazione dove era rinchiusa quando non lavorava ed è stata liberata.
In manette, invece, i suoi aguzzini che ora dovranno rispondere di riduzione in schiavitù, sfruttamento della prostituzione e sequestro di persona.