Genova – Comunicare: una delle prime cose che impariamo a fare appena venuti al mondo, e anche una delle più complesse. Spesso non si riesce ad esprimere con parole quello che si vorrebbe dire, o l’interlocutore con cui si interagisce non è in grado di cogliere il vero contenuto del nostro messaggio. Così si delineano canali comunicativi alternativi al semplice linguaggio, per esprimere quello che a parole non può o non riesce a venir fuori. L’arte è indubbiamente uno dei mezzi a più alto impatto emotivo, soprattutto quando porta con sé, oltre ad un aspetto puramente estetico, un messaggio sociale forte, come quello che da qualche tempo sta lanciando Tiler, l’artista che sta dando voce ai muri dei quartieri più in difficoltà di Genova. La sua idea è semplice, ma di grande effetto: se c’è un palazzo abbandonato, una zona particolarmente problematica, un’area che andrebbe valorizzata, lui le dà voce, attaccando su un muro un mosaico di piastrelle. L’obiettivo è banalmente quello di catturare l’attenzione di chi cammina distratto, che magari percorre ogni giorno la stessa strada senza mai sollevare gli occhi dallo schermo del cellulare, per risvegliare il senso civico e riportare l’attenzione sulla città.
Non è un writers, anche se la firma sotto le sue opere viene fatta con la classica bomboletta, ma un artista vero e proprio, con un laboratorio in cui confeziona personalmente le sue piastrelle, che poi va ad applicare in giro per la città durante la notte. Per il momento non si conosce la vera identità di Tiler, che sui social appare sempre con una maschera da scimmia sulla testa, che utilizza anche durante l’installazione dei suoi lavori.
Tra i suoi ultimi lavori, “Metamorfosi di un fallimento“: una farfalla blu fa capolino nella zona adiacente al Bruco, storica passerella sospesa sul traffico, recentemente smantellato nell’area di Corte Lambruschini; l’obiettivo è quello di porre attenzione sul fallimento del progetto che negli anni ’90 costò quasi due miliardi delle vecchie lire.
La sua pagina Facebook si è trasformata in una grande arena in cui i cittadini discutono di degrado e di bellezza, e i suoi lavori stanno iniziando a diventare noti anche al di fuori dall’ambito genovese. D’altronde, per usare le parole dello stesso Tiler, «riconoscere la bellezza e pretenderla salverà il mondo».