Genova – Sono otto i manifestanti identificati e denunciati dalla Digos dopo i disordini che si sono verificati durante la manifestazione dello scorso febbraio, indetta per protestare contro il convegno dell’ultradestra, organizzato nella sede di Forza Nuova in via Orlando, nel quartiere genovese di Sturla.
Tra i denunciati ci sarebbero alcuni ultras, mescolati tra i manifestanti che avrebbero indossato caschi e passamontagna lanciando fumogeni ed oggetti vari contro gli agenti di Polizia che, sin dalle prime ore della mattina, si erano schierati a presidio della “zona rossa” tra piazza Sturla e via Caprera.
Le otto persone hanno tutte un’età compresa tra i 20 ed i 30 anni ed appartengono alle aree più radicali della sinistra antifascista.
Approfittando della manifestazione, si erano scagliati contro i Poliziotti creando disordini ed un clima teso e costringendo gli stessi partecipanti al corteo, tra cui alcuni membri della Fiom, ad intervenire per riportare la calma.
La Digos fa sapere che, nonostante la manifestazione si sia svolta in maniera pacifica, un gruppo appartenente alla estrema sinistra tra cui alcuni elementi riferibili alla tifoseria organizzata genoana, si è contrapposto agli agenti con il volto coperto da caschi e passamontagna e compiendo il lancio di diversi oggetti.
Tra di loro anche un 22enne ultrà identificato come responsabile del lancio di un petardo durante la partita di calcio dello scorso 8 gennaio che ha visto in campo Genoa e Roma.
Per il giovane, sulla base delle violazioni degli articoli 6 bis e 6 tre della legge 401/89, si è proceduto all’attivazione della procedura per l’applicazione del Daspo.
Ma le indagini della Digos non si fermano qui, negli ultimi giorni sono stati visionati diversi filmati registrati dalle telecamere di sorveglianza della zona con lo scopo di identificare i partecipanti.
Una fonte investigativa ha fatto sapere, inoltre, che il numero dei denunciati potrebbe salire nei prossimi giorni.
Alla manifestazione, svolta comunque in maniera pacifica, hanno partecipato anche il sindaco di Genova Marco Doria ed altre cariche politiche della città.
Nelle settimane precedenti al convegno un acceso dibattito aveva riguardato il consiglio regionale. La capogruppo Pd Raffaella Paita aveva chiesto un ordine del giorno per impedire lo svolgimento del convegno nel capoluogo ligure. Per il presidente della Regione Giovanni Toti, invece, a stabilire la fattibilità o meno del raduno erano chiamati Questura e Prefettura.