Genova – Avevano messo a segno ben dieci colpi, in dieci distanti episodi tutti commessi in treno, il gruppo di ragazzi di nazionalità maghrebina che, come si apprende da una nota stampa della Polfer, avevano eletto l’ambito ferroviario a scenario delle loro azioni delinquenziali. I fatti, di diversa gravità, consistono in furti aggravati quasi sempre commessi nei confronti di donne o giovani passeggeri.
I malcapitati venivano prima distratti e solo successivamente portati a voltarsi o alzarsi dai loro sedili grazie ad un primo complice che, agitando un foglietto, chiedeva spiegazioni o indicazioni, mentre un secondo subito gli sfilava il portafogli, il telefonino o altre tecnologie, come lettori mp3, da borse e giacche. Per contrastare l’azione di questi malviventi è stato allestito un efficace dispositivo di contrasto che ha integrato l’attività di indagine con quella di prevenzione. Alla fine, dopo diversi giorni di indagini e verifiche, oltre che di controlli accresciuti sulle vetture ferroviarie, per due giovani, ritenuti membri del gruppo, è stata raggiunta una notevole consistenza indiziaria che, come si apprende dal comunicato stampa della stessa Polfer, “li ha visti fra quelli con un profilo di maggior pericolosità sociale per reati a carattere predatorio”.
Sulla base degli elementi raccolti nell’attività di indagine sono stati emessi provvedimenti restrittivi della libertà personale nei confronti di un 23enne di origine marocchina, in Italia senza fissa dimora, colpito da una duplice ordinanza di custodia cautelare in carcere per 5 furti aggravati, e di un altro 23enne della medesima nazionalità, a sua volta colpito da una duplice ordinanza di custodia cautelare in carcere per complessivi 5 furti aggravati e per una ricettazione.