Spezia – E’ stato compiuto dai funzionari dell’Ufficio Antifrode della Dogana della Spezia il sequestro che ha riguardato diversi prodotti contraffatti.
Il maxi controllo che ha portato al fermo di diversi materiali è frutto di una intensa attività di analisi inerente ai flussi merceologici provenienti dall’Estremo Oriente. I funzionari hanno monitorato la posizione di alcuni operatori economici, arrivi nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento e di accessori di elettronica.
Dopo una serie di controlli effettuati, è stato possibile individuare alcuni prodotti contraffatti, nello specifico pantaloni da donna, calze e accessori di elettronica che avevano simboli grafici riproduttivi dei marchi “El Charro“, “Pompea”, “Guess” e modelli industriali riconducibili alla Apple Inc.
Visti gli esiti delle indagini, la Procura della Repubblica della Spezia ha ordinato la perquisizione dei locali riconducibili a tre ditte individuali e ad una società di capitali ubicate a Roma, Bari e Monza, tutte riconducibili a soggetti in parte già denunciati sempre per il reato di contraffazione.
L’attività è stata effettuata in collaborazione con gli Uffici delle Dogane di Roma 1, Bari e Milano 2 ed ha permesso l’individuazione ed il sequestro di 15.482 paia di pantaloni contraffatti recanti il marchio “Guess”, 14.975 paia di calzini riproduttivi della rosa costituente emblema del marchio “El Charro”, 7.044 paia di calzini caratterizzati dalla presenza del simbolo romboidale contenenti lo slogan “No Stress”, 978 cuffie auricolari per telelfoni cellulari che violavano sia il marchio Apple sia il modello industriale depsitato, 109 joystick per la Play Statio 3, anche queste violative del modello industriale depositato da Sony, il tutto per un valore complessivo di oltre 450mila euro.
Nel corso delle perquisizoni condotte dai Funzionari è stato accertato che, in alcuni casi, la merce contraffatta era stata abilmente occultata all’interno di un magazzino, dietro numerose file di scatoloni di difficile movimentazione.
Al momento a carico dei titolari e dei legali rappresentanti delle ditte e delle società perquisite grava l’accusa di aver violato gli articoli in materia di introduzione nel territorio dello Stato prodotti contraffatti e ricettazione.
Fondamentale, ai fini del successo dell’indagine, è stata la piena collaborazione da parte delle società titolari dei marchi contraffatti che hanno fornito un aiuto importantissimo per accertare l’effettiva violazione dei diritti di proprietà intellettuale.