Genova – E’ stato denunciato il padrone di un pitbull che lo scorso 27 agosto si è reso protagonista di tre aggressioni ai danni di tre persone, tutte finite in ospedale.
A identificare e denunciare l’uomo, un 43enne marocchino, sono stati gli agenti della Polizia di Stato di Genova, al termine di un’indagine durata alcune settimane e partita dopo che le vittime hanno sporto denuncia consentendo di ricostruire quanto accaduto nel pomeriggio.
Padrone e cane si erano resi protagonisti di tre aggressioni, avvenute nel Centro Storico cittadino.
La prima aggressione, in Via di Pré alle 15.30, ha avuto come vittima un 43enne marocchino, morso alla coscia dal cane e medicato con una prognosi di 7 giorni. Un quanto d’ora dopo, sempre nella stessa via, analogo destino per un cittadino marocchino di 62 anni, anch’egli medicato con 10 giorni di prognosi poiché morso alla gamba.
L’ultima aggressione intorno alle 16.00 a bordo dell’autobus della linea 13, appena partito dal capolinea di via Turati. La vittima, un 58enne ecuadoriano, senza alcun motivo apparente è stato minacciato di morte e percosso violentemente al volto dal proprio aggressore, mentre il cane lo mordeva all’addome.
La zuffa è proseguita in strada, dove l’ecuadoriano ha provato ad inseguire il contendente, scomparso tra i vicoli del centro storico, fino all’intervento degli agenti delle volanti che lo hanno soccorso. Anche per lui 7 giorni di prognosi per le ferite riportate.
L’ultima aggressione è stata documentata da diversi passanti che hanno fornito agli agenti le immagini dell’aggressore.
Determinante, per risalire all’identità del reo, la scoperta da parte degli investigatori di un profilo Facebook, che lo stesso aveva aperto costruendosi una falsa identità. Le amicizie, però, erano vere ed in particolare è balzato all’occhio il nome di una donna conosciuta dai poliziotti per i suoi precedenti per detenzione e spaccio di stupefacenti.
La successiva verifica delle persone identificate in compagnia della donna durante i servizi di controllo del territorio ha consentito di risalire all’identità dell’aggressore, riconosciuto dalle due vittime di Via di Pré e perfettamente corrispondente alle immagini dei filmati di Via Turati.