Genova – E’ rimasto oltre due ore negli uffici della Questura dove era stato convocato come “persona informata dei fatti” il giovane di 35 anni vittima dell’aggressione con arma da taglio avvenuta venerdì scorso in piazza Tommaseo. L’uomo è stato identificato grazie al referto medico – 7 giorni di prognosi – ricevuto all’ospedale Galliera dove si era presentato a seguito della ferita riportata alla schiena. Un fendente che potrebbe essere stato inferto con un coltello e che avrebbe potuto colpire organi vitali secondo una prima valutazione medica che verrà convalidata o meno da una perizia medico legale che quasi certamente verrà ordinata dal magistrato che segue il caso e che indaga anche con l’ipotesi di accusa di “tentato omicidio”.
Il giovane ferito era insieme ad un gruppo di militanti anti-fascisti e stava affiggendo manifesti nella zona vicina alla sede di una associazione vicina a Casa Pound, in via Montevideo. Manifesti che invitano alla manifestazione di febbraio proprio contro la nascita di diversi movimenti che si ispirano alle ideologie della destra estrema.
Secondo la ricostruzione dei fatti emersa sin qui, infatti, il gruppo di militanti anti-fascisti sarebbe stato aggredito da un gruppo di persone che sarebbero uscite dalla sede dell’associazione e sarebbero stati inseguiti con lancio di bottiglie di vetro e tentativi di aggressione con coltelli e cinghie metalliche.
Nella collutazione con alcune di queste persone, l’attivista sarebbe stato colpito alla schiena da un fendente inferto con un coltello e solo più tardi si sarebbe accorto di sanguinare e di avere una ferita che lo ha spinto a rivolgersi all’ospedale.
Qui, però, non avrebbe presentato denuncia di aggressione ma è stato individuato dalla Digos verificando i referti medici redatti in quella giornata.
Massimo riservo sulla deposizione della persona e, soprattutto, sull’ipotesi che abbia riconosciuto i suoi aggressori da alcune foto mostrate dalla polizia.
Nelle prossime ore verranno ascoltati anche gli altri componenti del gruppo aggredito e poi si passerà alle persone presenti nella sede dell’associazione di via Montevideo che potrebbero offrire una ricostruzione diversa dei fatti.
Versione che potrebbe essere supportata da video che, secondo la pagina Facebook di Casa Pound Italia sezione Genova, dimostrerebbero invece, una situazione invertita con il gruppo anti-fascista che “si schierava aggressivamente tra piazza Tommaseo e via Montevideo, minacciando alcune ragazze militanti e simpatizzanti di CPI astanti nei pressi della sede. I pochi militanti presenti si schieravano quindi a difesa”.
Dichiarazioni che potranno essere dimostrate o meno durante le indagini.