Genova – Liguria prima in Italia per numero di denunce per frodi informatiche. Secondo gli ultimi dati Istat (2016), diffusi dall’Ufficio studi Confartigianato, nella nostra regione scattano 469 denunce per 100 mila abitanti, contro un valore medio nazionale pari a 268. Seguono a lunga distanza la Valle d’Aosta (367 denunce) e Campania (322). Agli ultimi posti Puglia, Sicilia e Basilicata con circa 200 denunce ogni 100 mila abitanti. La Liguria spicca anche nella classifica provinciale, occupando le prime quattro posizioni: Savona in testa con una media di 502 denunce ogni 100 mila abitanti, seguita dalla Spezia (495). Al terzo posto Genova, con 461 denunce, e Imperia con 428.
«L’evoluzione tecnologica ci pone sempre di fronte a nuove sfide, in primis quelle che riguardano il web: Internet è certamente una risorsa globale a cui attingere, sia per la produzione di nuovi contenuti, sia per la fruizione degli stessi, ma spesso nasconde molte insidie – afferma Giancarlo Grasso, presidente di Confartigianato Liguria – E come dimostrano i numeri, le persone hanno sempre più bisogno di sentirsi tutelate anche in rete. Di conseguenza, il tema della sicurezza va a toccare sempre più anche il mondo imprenditoriale: non a caso, entro pochi mesi, tutte le imprese che effettuano il trattamento dei dati personali dovranno adeguarsi al nuovo regolamento europeo sulla privacy».
Entro il 25 maggio 2018 non solo le pubbliche amministrazioni, ma anche i privati (dalla micro e piccola impresa all’industria, fino ai liberi professionisti), dovranno adeguarsi al nuovo regolamento Ue 2016/679 in materia di privacy, o più semplicemente Gdpr, General data protection regulation. La normativa introduce parametri nuovi e più stringenti sulla sicurezza dei dati: le regole riguardano, in particolare, i casi in cui il trattamento dei dati contribuisce alla creazione di database contenenti informazioni anagrafiche e comunque sensibili. Il Gdpr introdurrà anche regole più chiare nella redazione dell’informativa e del consenso, nuovi diritti (all’oblio e alla portabilità dei dati) e l’obbligo di comunicare le violazioni dei dati personali. Tra le principali novità introdotte dal regolamento, anche la figura del Data protection officer: si tratta di una persona fisica che, all’interno dell’azienda, in contatto con titolare e responsabili informatici, dovrà coordinare la sicurezza e il trattamento dei dati. Decisamente elevate le sanzioni previste per chi non fosse in
regola: la multa può arrivare ai 20 milioni di euro o fino al 4% del fatturato annuo.
«La nostra associazione, mettendo a disposizione un servizio su misura e semplificato, è a fianco delle piccole imprese nel percorso di verifica e di adeguamento alle nuove regole europee, per non arrivare impreparati alla dead line del 25 maggio ed evitare pesanti sanzioni», conclude Grasso.