Roma – E’ stato presentato il nuovo decreto sull’assistenza ai celiaci che verrà approvato domani 21 marzo durante la Conferenza Stato – Regioni, che garantisce ai circa 200mila celiaci italiani di mantenere il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine. E’ stato effettuato un taglio sui tetti di spesa pari al 19%, che però non andrà a discapito dei consumatori del gluten free.
Come spiega Giuseppe di Fabio, presidente dell’Aic, negli ultimi anni è cambiata in modo radicale l’assistenza ai celiaci: “Una continua collaborazione con le istituzioni pubbliche ha scongiurato che che l’assistenza integrativa riconosciuta in Italia ai celiaci fosse a rischio, costruendo un nuovo modello di assistenza che coniuga le nuove evidenze scientifiche sui fabbisogni energetici della popolazione con il diritto alla salute dei celiaci: il decreto infatti consente un risparmio della spesa pubblica ma mantiene buona parte delle categorie dei prodotti erogabili elencati nel Registro Nazionale, compresi i cosiddetti prodotti “ad alto contenuto di servizio” (preparati, basi pronte, piatti pronti) che consentono ai celiaci di aderire ai più diffusi stili di vita. La revisione dei tetti è solo una parte dei cambiamenti dell’assistenza ai celiaci: il nuovo modello organizzativo voluto da AIC prevede un’assistenza più razionale, trasparente e semplice attraverso buoni digitali che possano essere spesi anche fuori dalla Regione di residenza. Non sono soltanto parole: già in 4 Regioni particolarmente sensibili al cambiamento i buoni sono digitali, in mezza Italia l’accesso alla terapia senza glutine è possibile nelle farmacie ma anche al supermercato e nei negozi specializzati. Il 22 novembre scorso è stato istituito un tavolo di lavoro fra Ministero della Salute e Ministero della Funzione Pubblica per favorire la spendibilità dei buoni in tutte le Regioni ed è allo studio una campagna di informazione sull’educazione alimentare senza glutine; inoltre, continua l’impegno del Ministero per la qualità degli alimenti senza glutine, come dimostra la disponibilità dell’industria per migliorare i profili nutrizionali dei prodotti“.