Genova – Sette persone risultano indagate per i disordini che si sono verificati nel quartiere della Foce durante il comizio di Casapound all’interno di una discoteca della zona.
Era lo scorso 2 marzo quando, per celebrare la fine della campagna elettorale, i movimento di destra si era dato appuntamento in una discoteca del quartiere genovese.
L’Assemblea Antifascista genovese aveva quindi deciso di organizzare un’iniziativa di protesta convocando un presidio poco distante dall’evento di Casapound.
Circa 250 erano state le persone arrivate a manifestare. Non riuscendo a raggiungere il locale dove si stava svolgendo il comizio, a causa del massiccio schieramento delle forze di polizia, i manifestanti hanno iniziato un corteo per le vie della Foce, accendendo fumogeni, lanciando bottiglie e spostando numerosi cassonetti della spazzatura al centro della carreggiata prima di darli alle fiamme.
Alcuni manifestanti, inoltre, avevano saccheggiato cantieri aperti lungo la strada, portando via aste ed altro materiale contundente e andando a danneggiare la vetrina di un istituto bancario.
La protesta aveva bloccato la zona costringendo gli autobus a deviare il percorso.
Le indagini portate avanti dalla squadra investigativa della Digos genovese hanno permesso di risalire all’identità di sette persone, riconosciute, identificate e deferite alla locale autorità giudiziaria per i reati di accensioni pericolose, getto pericoloso di cose, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.
Si tratta di sette persone, cinque portuali di età compresa tra i 40 ed i 53 anni, già in passato denunciati per episodi analoghi come quelli di Sturla del febbraio 2017, e di un 22 ed un 45enne che avevano impedito le preliminari operazioni di bonifica della zona insultando gli agenti.
Le indagini stanno proseguendo per risalire all’identità degli altri partecipanti che hanno preso parte ai disordini, primo tra tutti l’uomo che, a volto coperto, ha danneggiato la vetrina dell’istituto bancario.