Roma – A 9 anni dalla morte di Stefano Cucchi, il geometra romano arrestato a Roma il 15 ottobre 2009 e deceduto durante il ricovero all’Ospedale Pertini la settimana successiva, uno dei carabinieri imputati per la vicenda, Francesco Tedesco, ha ammesso l’avvenuto pestaggio del ragazzo, accusando i colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo.
Il carabiniere ha dichiarato che “Fu un’azione combinata. Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore. Spinsi Di Bernardo, ma D’Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra“.
Nel verbale dell’interrogatorio del 9 luglio 2018 si leggono le parole che Tedesco pronunciò ai suoi colleghi: “basta, che c…fate, non vi permettete“, mentre uno “colpiva Cucchi con uno schiaffo violento in volto” e l’altro “gli dava un forte calcio con la punta del piede“.
Al momento non è chiaro se Tedesco abbia partecipato o no al pestaggio di Cucchi, ma per la prima volta uno degli imputati ha ammesso che quanto ricostruito dalla procura, a cominciare dal pestaggio, è realmente accaduto.
Dagli archivi dell’Arma sembra che sia sparita la relazione compilata da Tedesco subito dopo l’arresto, in cui veniva denunciato il pestaggio. Tale annotazione di servizio non è mai arrivata in Procura, stando a quanto dichiarato dal legale Pini, e il carabiniere sarebbe stato costretto al silenzio contro la sua volontà.
Sotto processo, al momento, si trovano Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, tutti imputati di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità, Roberto Mandolini di calunnia e falso, e Vincenzo Nicolardi di calunnia.
La sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, ha commentato le notizie odierne sulla sua pagina Facebook:
“Processo Cucchi. Udienza odierna ore 11.21
Il muro è stato abbattuto. Ora sappiamo e saranno in tanti a dover chiedere scusa a Stefano e alla famiglia Cucchi”.