Genova – Sold out ieri sera al Carlo Felice per la tappa genovese del “Personale Tour” di Fiorella Mannoia.
Due ore di musica piena, potente, con un messaggio chiaro che la stessa artista ha ribadito dal palco: “Tutti possiamo aiutare gli altri, indipendentemente dal colore della pelle”.
Uno spettacolo di luci, ma soprattutto di suoni, affidati ai sei elementi della band: Alessandro De Crescenzo e Max Rosati alle chitarre, Carlo Di Francesco alle percussioni e co arrangiatore di tantissime canzoni, Diego Corradin alla batteria, Luca Visigalli al basso e Claudio Storniolo al pianoforte e tastiere.
La voce di Fiorella Mannoia è sempre calda e sicura, spesso coperta dagli applausi del pubblico che si lascia emozionare dai testi mai scontati.
E si parte con “Il peso del coraggio”, primo singolo estratto dal nuovo album “Personale”, “Il senso” e “I treni a vapore”.
Non mancano i riferimenti ai giovani d’oggi, che Fiorella ricorda essere i più fragili: “Noi grandi – spiega prima di cantare ‘Anna siamo tutti quanti’ – tendiamo a dimenticare com’è stata la nostra giovinezza. Con i social, oggi, chi non rientra nei canoni viene preso di mira e si fanno dei danni molto seri. Dobbiamo stare attenti, in questo momento storico. I giovani sono i più fragili, quelli che hanno bisogno di maggiore attenzione”.
Non manca l’omaggio a Fred Buscaglione, definito dalla cantante la prima vera rock star italiana, con “Eri piccola così”, e l’interpretazione di “Penelope”, brano scritto da Ivano Fossati a sancire il sodalizio artistico che dura da anni.
Il clima diventa intimo con “Povera Patria”, poi l’intimità toccante di “In viaggio”, testo scritto dalla Mannoia raccontando la partenza di un figlio, e i brani dedicati alle donne vittime di violenza: “Carillon” e “Nessuna conseguenza”.
Fiorella dal palco non smette di lanciare messaggi chiari e si lascia andare: “Mi danno della buonista? E chi se ne frega!”
“Caffè nero bollente”, brano presentato a Sanremo nel 1981, ribalta nuovamente il clima e rende impossibile rimanere seduti sulle poltrone.
L’ultima parte del concerto è una festa con “Sally”, “Combattente”, “Che sia benedetta” e il bis con “Quello che le donne non dicono”, cantato a gran voce dalla platea” e “Il cielo d’Irlanda” in cui la Mannoia scende dal palco per lasciarsi abbracciare dal pubblico.
Uno spettacolo coinvolgente in cui non mancano mai gli spunti di riflessione e che, se mai ce ne fosse stato bisogno, rende la cifra di una grande artista che da anni racconta l’attualità e i sentimenti nelle sue canzoni.
Che sia benedetta Fiorella Mannoia.