Genova – Il cantiere per la riparazione del ponte del Lagaccio è ancora fermo e i residenti della zona si domandano che fine abbia fatto la “promessa” del Comune di iniziare i lavori entro dicembre.
Una vicenda travagliata quella del Ponte Don Acciai e che ha radici nel tempo. Già da diversi anni i residenti della zona denunciavano lo “sprofondamento” di uno dei piloni con una deformazione della ringhiera che rendeva manifesta un’anomalia.
Solo la tragedia del ponte Morandi, con la morte di ben 43 persone, aveva fatto scattare un controllo approfondito che ha portato alla chiusura del ponte nel settembre 2018.
Da allora i cittadini attendono che la civica amministrazione dia un segno tangibile dell’attenzione che dovrebbe essere destinata al problema, ma con poche speranze visto che la procedura per assegnare i lavori è andata avanti sino al 2019 e che della promessa di iniziare i lavori entro fine anno non c’è traccia.
Sotto al ponte, dove dovrebbe nascere il cantiere, si è lavorato per spostare le casse che contengono i resti del dimenticato “molo di Colombo” e che ancora oggi, dal 1992, attendono una sistemazione definitiva, ma poi il cantiere si è fermato.
Ufficialmente sono stati stanziati un milione e 300 mila euro per eliminare il pilone incriminato e ridurre il numero dei sostegni del ponte. La struttura poggerà sulle campate rimaste stabili anche se il progetto ha suscitato più di una perplessità per l’apparente “indebolimento” della struttura.
Sul ponte passeranno infatti i mezzi di Amiu carichi di spazzatura e i bus con i passeggeri. Quei mezzi pesanti che per primi erano stati “vietati” sul ponte.
A suscitare perplessità, come sempre più spesso accade a Genova, è il silenzio delle istituzioni che prima organizzano eventi e proclami e poi dimenticano di tenere informata la cittadinanza sugli sviluppi.
Nel frattempo una “viabilità alternativa” è stata approntata e funziona abbastanza bene, tanto da ingenerare il sospetto che, in realtà, sarà questa la soluzione definitiva al problema.
Un chiarimento ufficiale, a questo punto, sembrerebbe d’obbligo.