Genova – Avevano creato un gruppo Whatsapp per segnalare la presenza di posti di blocco e controlli della velocità o la presenza di punti di verifica delle forze dell’ordine e talvolta accompagnavano le “segnalazioni” con insulti ma un giudice del Tribunale di Genova li ha assolti.
E’ destinata a far discutere e a sollevare molte polemiche la decisione di un giudice genovese che ha assolto 49 degli oltre cento partecipanti del gruppo sostenendo che non si sia stata nessuna interruzione di servizio pubblico e che gli insulti non siano vilipendio delle forze dell’ordine.
Il gruppo di amici della Valle Scrivia aveva creato il gruppo molto ristretto cui però, con il tempo, si erano aggiunte molte altre persone.
Chi incontrava posti di blocco o controlli segnalava la cosa nella chat mettendo, di fatto, i partecipanti, al sicuro da multe o “sorprese” alla guida, un comportamento che, di consueto, viene considerato illegale e viene punito severamente.
Non è difficile immaginare infatti, che anche persone male intenzionate possano unirsi, con il solo scopo di “essere informate” sulla presenza di controlli delle forze dell’ordine sulle strade.
Inoltre il carattere di sicurezza dei controlli implica una certa “segretezza” che, se violata, annulla l’effetto sorpresa.
A far discutere, poi, gli insulti che alcuni dei partecipanti aggiungevano alle segnalazioni e che non sono state considerate “vilipendio”.