Milano – L’intera Lombardia e 11 province del Piemonte, delle Marche e dell’Emilia Romagna “chiuse” in ingresso e in uscita per fare fronte all’emergenza coronavirus “come in Cina”.
Il provvedimento straordinario potrebbe essere preso già nelle prossime ore dal Governo centrale con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (dpcm) che verrà firmato da Giuseppe Conte.
Sino al 3 aprile, in Lombardia e a Modena, Parma, Piacenza, reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Asti e Alessandria sarà impossibile allontanarsi o spostarsi verso altre destinazioni fuori dalla Zona Rossa, con l’unica eccezione di comprovate indifferibili esigenze lavorative o per emergenze.
Di fatto un blocco simile a quello attuato in Cina per stringere il cordone sanitario attrno alle megalopoli come Wuhan.
Non è dato sapere se sarà l’Esercito a provvedere alla sorveglianza dei confini ma il provvedimento sta già suscitando fortissime polemiche poiché non è chiaro chi (e come) potrà evitare che singoli cittadini, magari presi dal panico, prendano borse e valigie per partire con tutta la famiglia verso luoghi di villeggiatura o seconde case, come già successo in Liguria, dove il coronavirus è stato quasi certamente portato dalla vicina lombardia.
Molti i provvedimenti restrittivi che potrebbero essere varati dal Governo:
Chiusura delle chiese e dei luoghi di culto dove non è possibile evitare assembramenti.
Il Papa ha già rinunciato, domani, ad affacciarsi al balcone per il tradizionale Angelus proprio per evitare che in piazza si formino assembramenti di persone.
Sempre la bozza di dpcm prevede che siano “sospese sino al 3 aprile le attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse e sale bingo, discoteche e locali assimilati”.
Ed ancora limiti alle aperture di bar e ristoranti in tutta Italia: si potranno svolgere le attività “con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
“Si raccomanda di limitare la mobilità al di fuori dei propri luoghi di dimora abituale ai casi strettamente necessari”.
Sarà anche obbligatorio contingentare gli accessi a negozi, mercati, fiere per evitare “assembramenti di persone”.