Genova – La Accelor Mittal non sospende la cassa integrazione per i lavoratori dell’ex ILVA e i sindacati dichiarano una nuova giornata di sciopero con una assemblea fuori dallo stabilimento che potrebbe trasformarsi in corteo.
Cresce ancora la tensione, negli stabilimenti della ex Ilva di Genova per il mancato accoglimento della proposta avanzata ieri dai sindacati, nel corso dell’incontro in Prefettura che ha seguito il corteo per le vie della città.
I lavoratori hanno chiesto ad Accelor Mittal di sospendere la cassa integrazione per 200 dipendenti sino alla firma del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul decreto Rilancio che fornirebbe nuovi strumenti economici per evitare la cassa integrazione e sostenere un piano di rilancio per l’azienda.
Il rifiuto dei nuovi proprietari della ex Ilva ha fatto scattare la nuova giornata di protesta.
Fortissime le dichiarazioni dei sindacati su quanto avvenuto questa mattina.
“La tensione si sta alzando molto in fretta – spiega Bruno Manganaro, segretario Fiom Cgil – In modo vigliacco l’azienda ha impedito l’assemblea in fabbrica quindi abbiamo deciso di fare uno sciopero che si allarga anche allo stabilimento di Novi Ligure. Inizieremo a fare ancora più male a Mittal e quindi organizzare scioperi a singhiozzo per bloccare la produzione. L’azienda ha dichiarato guerra totale, e poi c’è un governo pasticcione che non è riuscito a prendere in mano la situazione. A Cornigliano non è mai successo che venisse vietata un’assemblea di fabbrica, dentro si poteva fare visto gli spazi che avrebbero comunque garantito la distanza fisica di sicurezza per evitare contagi Covid. Si può andare in palestra, si può andare in piscina ma i lavoratori non possono riunirsi, sono vigliacchi e dei banditi”.