Genova – Seggi nel caos in diverse zone della città a poche ore dall’apertura delle operazioni di voto per il rinnovo del consiglio regionale della Liguria e del suo presidente e per il referendum che deciderà su una riforma costituzionale tra le più importanti votate dagli italiani.
Alle 19 di oggi, orario nel quale i seggi elettorali dovrebbero chiudere dopo le operazioni preliminari dei preparativi, molti seggi, specie nel ponente genovese, risultavano sprovvisti di presidente, di alcuni degli scrutatori e in molti altri mancherebbe il numero “annunciato” di mascherine per il personale addetto e il gel per la disinfezione non sarebbe arrivato nei quantitativi previsti.
Una situazione decisamente al limite quella che si è vissuta in moltissimi seggi genovesi dove il Comune è stato costretto a lanciare un disperato appello sui social per trovare candidati a ricoprire gli incarichi vacanti e dove, a poche ore dal voto, si è stati costretti a nominare “sul campo” presidenti di seggio e chiamare letteralmente a casa possibili scrutatori per completare gli organici.
Ai componenti dei seggi sarebbe stato “suggerito” di provvedere in autonomia inserendo i nominativi delle persone nei verbali e nella documentazione per i pagamenti.
L’assenza dei controlli e la possibilità di finire nei guai ha bloccato per ore la formazione dei seggi elettorali in diverse sezioni.
Una emergenza scattata già da almeno una settimana con gli uffici competenti alle prese con una raffica di rinunce di presidenti di seggio e scrutatori per il timore del covid ma anche per l’esiguità dei compensi – poco più di 200 euro per il presidente e 150 euro per gli scrutatori – a fronte di una mole di lavoro e di responsabilità accresciuta proprio dall’emergenza covid e dal “surplus” di una tornata elettorale che prevede sia le elezioni amministrative che il voto per il referendum confermativo di una riforma costituzionale.
Responsabilità anche penali, insomma, a fronte di compensi risibili per chi dovrà di fatto presidiare il seggio da oggi sino alla fine dello spoglio dei voti, lunedì notte.
Ma le proteste arrivano anche dalle dotazioni arrivate ai seggi e in alcune sezioni del ponente (Prà e Voltri) si denuncia anche il mancato arrivo della dotazione prevista di dispositivi di protezione individuale (mascherine) e di gel sanificanti.
A fronte di 12 mascherine a componente del seggio, infatti, ne sarebbero arrivate appena 5 e i flaconi di gel sarebbero insufficienti a garantire la igienizzazione dei seggi nei due giorni delle votazioni.