La Spezia – Avrebbero usato materiale di seconda scelta per realizzare impianti anti incendio sulle navi della Marina Militare. I finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di La Spezia – al termine dell’operazione di servizio denominata “Navi Sicure” – hanno notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di dirigenti e amministratori di una società di rilievo nazionale fornitrice, tra l’altro, di sistemi antincendio.

Le indagini, scaturite da attività di controllo sugli appalti pubblici, coordinate dal Procuratore della Repubblica di La Spezia, Antonio Patrono, hanno riguardato la fornitura di sistemi di sicurezza anti incendio, da installare a bordo di alcune navi della Marina Militare italiana, in esecuzione di uno specifico contratto d’appalto del valore di oltre 1 milione di euro.

Gli approfondimenti svolti hanno consentito di accertare che la società subappaltatrice, incaricata della fornitura di gas estinguente, aveva fraudolentemente già consegnato ai cantieri navali Fincantieri una prima tranche di bombole contenenti un fluido estinguente, apparentemente conforme agli elevatissimi standard di sicurezza richiesti dai capitolati d’appalto, ma rivelatosi – nella realtà – un prodotto diverso, di qualità e costo decisamente inferiori.

Nel corso delle perquisizioni eseguite presso i cantieri navali a La Spezia, a Riva Trigoso (GE) e a Castellammare di Stabia (NA), i finanzieri hanno accertato che le bombole erano già state installate o stavano per essere montate a bordo di due navi militari in costruzione, rischiando di mettere a repentaglio l’effettiva funzionalità e sicurezza dei sistemi di spegnimento degli incendi in dotazione a modernissime unità navali e ovviamente la sicurezza stessa dei militari a bordo.

Il prodotto, pari a circa 3.000 kg. di gas estinguente proveniente da un produttore diverso da quello richiesto espressamente nei capitolati, è stato sottoposto a sequestro: i responsabili della frode avevano apposto sulle bombole di gas, indebitamente, un marchio contraffatto riconducibile ad una multinazionale statunitense produttrice esclusiva mondiale, ma in realtà si erano approvvigionati di un fluido di origine cinese da un fornitore albanese.

L’indagine si è sviluppata attraverso sopralluoghi, acquisizioni documentali, perquisizioni e sequestri, nonché escussione testimoniali ed interrogatori ed ha potuto avvalersi della piena e fattiva collaborazione di Fincantieri e della stessa Marina Militare, parti lese ed interessate a fare piena luce sulla vicenda.

All’esito dell’attività di servizio, sulla scorta degli elementi investigativi raccolti, sono stati, pertanto, segnalati all’Autorità Giudiziaria 4 responsabili, in concorso, dei reati di frode nelle pubbliche forniture, aggravata dalla circostanza che trattasi di equipaggiamenti delle Forze Armate dello Stato, e di contraffazione, alterazione ed uso di marchi ovvero di brevetti, nonché la stessa società per i correlati profili di responsabilità amministrativa.

L’operazione di servizio costituisce espressione della costante azione di monitoraggio degli appalti pubblici che la Guardia di Finanza, forza di polizia economico-finanziaria a competenza generale, svolge al fine di contrastare i comportamenti lesivi degli interessi erariali e delle regole della concorrenza e del mercato, nonché della sicurezza delle infrastrutture pubbliche.