Cogoleto (Genova) – Avrebbero alzato il braccio teso, nel gesto del saluto fascista, durante la seduta del Consiglio comunale e nel Giorno della Memoria che ricorda l’orrore nazifascista. Un gesto gravissimo quello di cui sono accusati, in attesa di chiarimenti, alcuni consiglieri della minoranza del consiglio comunale di Cogoleto che ieri, durante alcune votazioni, hanno più volte alzato il braccio compiendo quello che, secondo la denuncia della maggioranza di centro-sinistra, sarebbe stato un “saluto romano”.
Un episodio che, secondo il sindaco Paolo Bruzzone e i consiglieri di Maggioranza sarebbe gravissimo e reso ancora peggiore visto che proprio ieri ricorreva la Giornata della Memoria.
I tre consiglieri, un rappresentante della Lega, uno di Fratelli d’Italia e un indipendente, hanno espresso la loro preferenza durante l’approvazione del bilancio ma, anziché alzare il braccio verso l’alto, hanno steso la mano in quello che, a molti dei presenti, è sembrato un gesto inequivocabile mentre gli interessati, ascoltati, negano categoricamente.
Il sindaco di Cogoleto Paolo Bruzzone ha denunciato il gesto e sulla sua pagina Facebook ha scritto:
“La giornata di ieri è stata segnata da un grave episodio avvenuto durante la seduta del Consiglio Comunale: alcuni consiglieri della minoranza si sono ripetutamente esibiti nel saluto romano. Mi preme condannare con forza tale gesto, appartenente alla simbologia fascista, che evoca valori politici di intolleranza, odio e discriminazione razziale. La nostra Cogoleto ha sempre difeso in maniera salda i valori antifascisti presenti nella Costituzione e mai, fino ad oggi, i dibattiti politici si erano dimostrati così estremi. Sono pertanto convinto che quanto accaduto ieri non possa e non debba passare inosservato, nel rispetto di tutte le persone che, a causa dell’ideologia a cui rimandano quelle braccia tese – e più in generale, di ogni forma di prevaricazione indipendente dal colore politico – hanno vissuto gli orrori del passato perdendo la vita e vedendosi private di ogni forma di libertà e dignità. Da qui la necessità di rimarcare quanto già espresso durante la seduta del Consiglio Comunale, esprimendo nuovamente la mia preoccupazione e quella di tutta l’Amministrazione per fatti che sono lontani dal nostro vivere quotidiano e dal rispetto che contraddistingue i valori democratici e di pace del nostro Paese. Gesti come quelli di ieri, che mi auguro non si ripetano più in alcun modo, sono da stigmatizzare aspramente, ancor di più se commessi da rappresentati delle istituzioni, in giornate così importanti e cariche di significato, come quella della Memoria, e dai banchi di una sala consiliare intitolata a Sandro Pertini”.
Gli ha fatto eco il vice sindaco Stefano Damonte che ha dichiarato: “Ieri sera è avvenuta una cosa molto grave, una scena assolutamente vergognosa ad opera di alcuni esponenti della minoranza.
Si tratta di gesti che devono essere sempre, con forza, condannati, soprattutto quando avvengono in un’aula di Consiglio Comunale e, come se non bastasse, nel giorno della Memoria!
Il video della diretta del Consiglio comunale parla da sé e invito tutti i Cittadini a prenderne visione.
La mia speranza è che un fatto del genere non debba mai più accadere”.
In attesa che venga fatta piena luce sull’episodio, da più parti, specie sui social, si sono levate condanne unanimi per il terribile gesto che sarebbe stato fatto in aule e che è vietato secondo la legge Scelba (n.645 del 20 giugno 1952) e dalla legge Mancino (205 del 25 giugno 1993).
Ora i tre consiglieri comunali rischiano grosso: per loro potrebbe esserci una multa e addirittura il carcere se venisse provato che si tratta di un gesto intenzionale.
Secondo la legge Scelba, infatti, l’apologia di fascismo è punibile con l’arresto da 18 mesi a 4 anni.
Le pene diventano più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se commesso a mezzo stampa. Oltre alla pena detentiva, per chi si macchia del reato di apologia del fascismo è prevista anche l’interdizione dai pubblici uffici.
In una nota diffusa dalla Lega, si legge che Francesco Biamonti, uno dei consiglieri accusati del gesto avrebbe presentato querela contro il sindaco e i consiglieri di Cogoleto per accusa infamante
“La caccia alle streghe è ricominciata – ha dichiarato Biamonti – Nessuno può permettersi di infangare il mio nome né tantomeno quello del mio partito. Per questo motivo presento querela nei confronti dei consiglieri di maggioranza che dicono di avermi sentito dire frasi che non mi appartengono e nei confronti del sindaco Paolo Bruzzone per la ricostruzione falsa che ha fatto sul suo profilo facebook. Qualche consigliere in cerca di visibilità vorrebbe giocare sulla mia pelle, per questo ho deciso di rivalermi nelle sedi opportune. nessuno può permettersi di equivocare il gesto del voto con un infamante ‘saluto’ romano’ in una giornata che dovrebbe unire la nazione anziché dividerla”.
Il video, trasmesso dal Comune di Cogoleto in diretta Facebook, è visibile qui