Genova – Il progetto per la costruzione del nuovo ospedale Galliera ha ripreso il suo cammino e le associazioni e i comitati che si oppongono alla realizzazione hanno deciso di inviare una lettera all’arcivescovo di Genova, Marco Tasca, in qualità di presidente dell’ospedale Galliera.
Una lettera contenente 10 domande alle quali si chiede di rispondere per conoscere il pensiero del più alto rappresentante dell’ospedale.
Queste le domande inviate:

1. I fondi stanziati per il nuovo ospedale di Vallata sono stati dirottati al Galliera e i 110.000 abitanti della Val Polcevera, soggetta ad un elevato rischio sanitario e deprivata di servizi come altre zone periferiche, sono rimasti senza ospedali: siamo davvero tutti fratelli?

2. Per costruire il nuovo Galliera verranno contratti debiti per 25 anni, demoliti 6 padiglioni funzionanti, abbattuti centinaia di alberi, sventrata una collina, per almeno 3 anni non si inizierà a costruire e decine di camion intaseranno le strade per trasportare i detriti,
rendendo il Galliera inaccessibile, senza posti auto e con i malati nei container: cui prodest?

3. I pazienti geriatrici nel 2013 sono stati sfrattati dal padiglione C, con centinaia di camere a due 2 letti e servizi, e trasferiti nelle camerate promiscue, a rischio di contagio, per far posto agli studi per l’attività privata dei medici: la priorità è ancora “la cura dei poveri
infermi”?

4. Dopo la drammatica lezione del covid-19, perchè devastare la collina di Carignano per costruire, in sostituzione di quello funzionante, un ospedale più piccolo e interrato che riduce i posti letto e il personale sanitario ma crea decine di migliaia di metri quadrati per
appartamenti di lusso?

5. La Duchessa di Galliera aveva dotato il suo ospedale di un cospicuo patrimonio per garantirne l’autonomia finanziaria, i suoi predecessori lo hanno liquidato e ora il Galliera non solo dipende totalmente dagli stanziamenti regionali ma si accinge a sottoscrivere un debito di 75 milioni di euro che graverà per decenni sui cittadini genovesi: perché trasformare un patrimonio in un debito?

6. La Duchessa di Galliera ha donato il suo ospedale alla città per garantire in perpetuo la cura e il ricovero dei poveri infermi: come si giustifica indebitare i genovesi per edificare un nuovo ospedale che baserà il proprio funzionamento sulla realizzazione di complessi
residenziali di lusso, su attività commerciali, sugli introiti dall’attività sanitaria a pagamento e sul taglio del personale?

7. Sommando tutti i finanziamenti indicati dalla Giunta Regionale per il Galliera si raggiunge circa mezzo miliardo di euro e il costo di ciascun letto di degenza doppia largamente la media nazionale: dov’è “la più severa economia” a cui doveva essere ispirata la
gestione del suo ospedale secondo la Duchessa di Galliera?

8. Sull’iter del nuovo Galliera pendono 5 vertenze contabili e amministrative per danno erariale, violazione delle valutazioni ambientali, delle mancate verifiche archeologiche, della normativa urbanistica: non sarebbe prudente attendere le sentenze prima di bandire una gara per centinaia di milioni di euro pubblici?

9. Come si coniuga l’iscrizione del Galliera a Confindustria e la deprivazione delle periferie con il messaggio dell’enciclica Fratelli Tutti e la distruttiva operazione con il messaggio l’enciclica Laudato Sii?

10. Centinaia di genovesi hanno firmato la petizione per un vescovo sulle orme di Papa Francesco e sperano di vedere la sua “rivoluzione della tenerezza”: arriverà o si continueranno i progetti immobiliari dei predecessori?

I firmatari del documento sono: Legambiente, FridaysForFuture, ValpolceveraChiama, CittadiniperCarignano, Medicina Democratica, Italia Nostra, Medici per l’Ambiente