Genova – Un accorato appello lanciato via social e diretto al sindaco di Genova Marco Bucci per non lasciare solo Mauro, il figlio di Clara Ceccarelli, la commerciante uccisa a coltellate dall’ex compagno venerdì sera proprio davanti al suo negozio di via Colombo.
Un messaggio rivolto al primo cittadino per chiedere aiuto concreto non soltanto per Mauro e per il padre di Clara, ma per tutte le famiglie coinvolte in tragedie analoghe.
“venerdì è successa una cosa che non doveva succedere – scrivono gli amici sulla pagina Facebook ‘Al fianco di Mauro!’ – qualcosa che succede spesso però e che, non si capisce bene il motivo, ma non si riesce a fermare un attimo prima che accada.
Quella di ieri è stata una delle tante, ma a me, a noi, ha fatto male di più, forse perché conoscevamo Clara, forse perché sapevamo quanto buona e combattente fosse questa donna e forse perché conoscendo bene la situazione familiare sappiamo a quante difficoltà può essere andata spesso in contro, in quanto mamma di Mauro, un ragazzo disabile di una dolcezza infinita”.
Ancora: “Caro sindaco noi con questa lettera aperta vogliamo chiederle un aiuto grande e concreto, oggi per Mauro, ma certamente anche per tutte quelle famiglie che per una tragedia simile si trovano sole ed in difficoltà.
Non siamo qui ad affibbiarvi l’ennesimo femminicidio, ad elencare quello che fa o non fa lo stato a favore di queste famiglie, a giudicare il lavoro delle forze dell’ordine e di chi avrebbe avuto il dovere di fermare queste insensate tragedie, ma siamo qui a chiederle un aiuto concreto ed un cambiamento drastico di queste leggi !!
Mauro è cresciuto con tutti noi, Mauro è il tipico ragazzo silenzioso che si mette lì in un angolo e scruta tutti. Ed è proprio quello che sta facendo adesso. Sta scrutando tutto questo nostro movimento, talvolta ringraziando per il sostegno donatogli, talvolta rimanendo in silenzio.
Abbiamo il dovere, ora, di tutelarlo e di aiutarlo, la sua mamma era tutto quello che aveva e di cui aveva bisogno!
Clara aveva 69 anni, una vita passata a lavorare e a fare la mamma del suo unico figlio.
Clara sapeva perfettamente di essere in pericolo di vita, ne sono la dimostrazione le varie denuncie sporte contro ignoti ma che in cuor suo sapeva appartenessero al suo assassino, in quanto fosse tormentata e molestata assiduamente da “quell’uomo”.
Clara non è stata tutelata a tal punto di essere ancora qui con noi.
Confido in un suo riscontro, caro Sindaco, per questa situazione in particolare, ma anche per determinare una soluzione affinché si possa arginare questa grave piaga che sta dilagando senza limiti e mi piacerebbe che Genova possa essere d’esempio!!
Grazie anticipatamente Signor Sindaco.
Gli Amici di Mauro”.