Genova – Il contagio da Coronavirus sta rallentando ma allentare le restrizioni ora ma gli ospedali pieni e l’elevato numero dei morti impongono molta cautela nell’allentamento delle restrizioni.
E’ quanto sottolineato dai medici in un comunicato intersindacale dove viene ribadita la difficile situazione degli ospedali, ancora in piena emergenza pandemica, e dove si chiede un allentamento delle restrizioni solo con indici di contagio bassi
“I dati delle ultime settimane – sottolineano i medici – mostrano progressivi segnali di rallentamento della crescita dei contagi […], tuttavia le condizioni di sovraccarico di tutto il sistema ospedaliero, con indici di occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche COVID ben oltre le soglie critiche individuate, nonché la marcata circolazione del virus, con circa 530mila contagi attivi, e la persistente elevata mortalità impongono molta cautela nell’allentare le misure restrittive della movimentazione sociale”.
Ancora: “Il personale sanitario, impegnato quotidianamente – 7 giorni su 7, di giorno e di notte – è da oltre un anno nella lotta contro la pandemia, si trova ad affrontare ancora per tutto il 2021 criticità di ogni tipo dovute al sovraffollamento degli ospedali, che con la terza ondata interessa in successione tutta la nostra penisola, anche aree precedentemente risparmiate, come dimostra il caso Sardegna”.
Per i medici l’allentamento prematuro delle restrizioni potrebbe mettere a rischio la vita di chi si contagia per mancanza di posti letto ma potrebbe portare anche gli operatori a scelte difficili sotto il profilo etico, come il triage inverso.
“Le decisioni competono, certo, alla Politica – ribadiscono i medici – ma è compito, anche deontologico, di chi lavora in prima linea fornire una fotografia chiara dell’andamento clinico ed epidemiologico della pandemia”.
La strada per la riapertura, secondo chi lavora in prima linea, sembra essere quella di un abbassamento dei contagi con quote giornaliere sotto i 5mila casi.
“Il rallentamento delle restrizioni sarà possibile solo con contagi giornalieri al dosso dei 5mila casi, mantenendo una larga capacità di testing e riprendendo il contact tracing per il controllo della diffusione dell’epidemia, i ricoveri in area Covid medica e intensiva largamente al disotto delle soglie critiche, rispettivamente del 40% e del 30%, e la vaccinazione completata almeno per i soggetti fragili e gli tra 60enne, categorie a più alto rischio di ricovero e mortalità”.
I medici chiedono che la politica ascolti chi da 13 mesi lavora in prima linea contro il Coronavirus.
Parlare di riaperture, comprensibili per esigenze economiche e sociali, per i sanitari è indice di una non corretta valutazione del rischio di un prolungamento della pandemia e di una persistente elevata mortalità tra i cittadini che ancora non sono stati vaccinati.